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Di Giacomo (S.PP.): l’escalation di violenze contro personale penitenziario prelude una nuova stagione di rivolta nelle carceri

Di Giacomo (S.PP.): l’escalation di violenze contro personale penitenziario prelude una nuova stagione di rivolta nelle carceri

K metro 0 – Napoli – “L’escalation di violenze, aggressioni, minacce al personale penitenziario ha raggiunto un livello d’allarme che non ha precedenti. Limitandoci solo agli episodi delle ultime 48 ore –a Terni minacce di morte agli agenti; a Poggioreale detenuto che incendia la cella e viene salvato; ad Asti olio bollente e siringhe insanguinate

K metro 0 – Napoli – “L’escalation di violenze, aggressioni, minacce al personale penitenziario ha raggiunto un livello d’allarme che non ha precedenti. Limitandoci solo agli episodi delle ultime 48 ore –a Terni minacce di morte agli agenti; a Poggioreale detenuto che incendia la cella e viene salvato; ad Asti olio bollente e siringhe insanguinate scagliati contro il personale –sono sicuramente scollegati tra loro, ma attenzione:potrebbe ripetersi a breve la stagione delle rivolte della primavera 2020”. Lo denuncia il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria–S.PP. –Aldo Di Giacomo che aggiunge: “siamo di fronte ad una tale virulenza di episodi diffusi in quasi tutti i penitenziari e con frequenza che tocca persino le 12 ore al giorno che non riusciamo a stare dietro a tutto quanto accade per il nostro compito di tutela e salvaguardia del personale. Vogliamo ricordare che alla vigilia delle rivolte di marzo-aprile dello scorso anno, non certo perché disponiamo della “palla di cristallo” ma più semplicemente per aver colto segnali inequivocabili, mettemmo in guardia, inascoltati, su quanto prevedevamo ed è puntualmente accaduto. Si dimentica che le rivolte nelle carceri hanno avuto come scintilla la diffusione della pandemia e che quindi è molto facile innescare di nuovo tensioni sulle quali la criminalità organizzata, i clan e le gang presenti nei penitenziari può “soffiare”. Come è noto a parte la campagna vaccinale per completare il ciclo che si è svolta a“macchia di leopardo” con istituti più avanti rispetto ad altri e che per gli agenti è stata affidata al senso di responsabilità del singolo che si è rivolto individualmente ai centri vaccinali della propria città, si è abbassata la guardia persino sulle misure minime di prevenzione e nessuno spiega come e quando sarà possibile procedere con la terza dose al personale e ai detenuti.

Per questa ragione – dice Di Giacomo – ci rivolgiamo ai Ministri alla Salute e di Grazia e Giustizia perché nella circolare (Ministro Speranza) si prevede la somministrazione della dose booster anche alla fascia d’età tra 40 e 59 anni-dopo almeno 6 mesi dal completamento del ciclo primario-“in considerazione dell’aumentata circolazione del virus SarsCoV2, che ha determinato un incremento dell’incidenza di nuove infezioni”, senza alcuna indicazione sulle priorità che riguardano agenti e detenuti.

E se qualcuno pensasse che attualmente sia sufficiente il Green Pass deve ricredersi perché non è così: la sicurezza di detenuti ed agenti si garantisce con tutta una serie di strumenti e comportamenti di rigorosa prevenzione e con un monitoraggio costante della diffusione del virus.

Noi – evidenzia Di Giacomo – ci siamo da sempre espressi a favore dell’obbligo vaccinale per una categoria, al pari delle altre delle forze dell’ordine, di quelle sanitarie e di lavoratori a contatto con il pubblico, che necessitano di tutela personale e delle proprie famiglie oltre che a garantire la tutela degli altri, nel nostro caso detenuti, familiari ed avvocati dei detenuti. E ripetiamo: attenti che gli attuali episodi di violenza preludano a nuove rivolte specie se si ripete l’esperienza di quel coordinamento mafioso-criminale di violenza che gli stessi magistrati anti-mafia hanno rilevato proprio di recente”.

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