K metro 0 – Strasburgo – “Gli Stati membri devono prendere posizione contro i respingimenti ai confini e opporsi chiaramente ai tentativi di legalizzare questa pratica illegale”, ha dichiarato ieri la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović. Le violazioni dei diritti umani nei confronti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei
K metro 0 – Strasburgo – “Gli Stati membri devono prendere posizione contro i respingimenti ai confini e opporsi chiaramente ai tentativi di legalizzare questa pratica illegale”, ha dichiarato ieri la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović.
Le violazioni dei diritti umani nei confronti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti ai confini degli Stati membri del Consiglio d’Europa si sono moltiplicate a una velocità allarmante, in particolare il rifiuto di concedere l’accesso all’asilo e i rimpatri senza tutele individuali, sovente accompagnati da brutali violenze o anche dalla messa in pericolo della vita stessa. Tali pratiche ai confini (spesso indicate come “respingimenti”) minano le tutele legali chiaramente sancite dalla Convenzione dei rifugiati e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le pratiche che violano il diritto di chiedere asilo, il divieto di tortura o di trattamenti inumani o degradanti e il divieto di espulsioni collettive vengono sempre più giustificate come necessarie per affrontare situazioni di emergenza.
È giunto il momento per i governi degli Stati europei di porre fine a qualsiasi iniziativa legislativa o politica che porti a tentativi della cosiddetta normalizzazione dei respingimenti e all’eliminazione delle tutele cruciali per proteggere i diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti ai confini.