K metro 0 – Roma – L’Italia ha risposto alla richiesta di assistenza internazionale avanzata dalla Romania tramite il Meccanismo di protezione civile europeo e attraverso il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile sono state inviate circa 5.200 dosi di anticorpi monoclonali, di cui l’Italia ha buone scorte, per contribuire a fronteggiare la difficile fase
K metro 0 – Roma – L’Italia ha risposto alla richiesta di assistenza internazionale avanzata dalla Romania tramite il Meccanismo di protezione civile europeo e attraverso il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile sono state inviate circa 5.200 dosi di anticorpi monoclonali, di cui l’Italia ha buone scorte, per contribuire a fronteggiare la difficile fase che il Paese sta attraversando nel contrasto alla pandemia da Covid19. Le fiale, messe a disposizione da Regione Lombardia sono partite nel pomeriggio da Malpensa verso Bucarest.
Un’aereo C-27J Spartan delle Forze Aeree Romene ha portato stasera da Milano a Bucarest circa 5.200 dosi di anticorpi monoclonali, somministrati nelle terapie anti-COVID-19.
“L’Italia ci offre questo importante sostegno nella cura anti-Covid“, ha dichiarato il ministro della Salute ad interim, Cseke Attila, presente alla Base Aerea 90 di Otopeni insieme all’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Maria Durante Mangoni. Il ministro romeno, citato dall’agenzia Agerpres, ha espresso la gratitudine della Romania all’Italia, al suo Governo e ambasciatore per il notevolissimo appoggio concesso al nostro Paese. A sua volta, Alfredo Maria Durante Mangoni ha ricordato il sostegno della Romania al suo Paese nella primavera del 2020. Siamo lieti di poter aiutare i partner romeni e i cittadini in questi momenti difficili, ha detto il diplomatico, citato da Agerpres.
Le dosi monoclonali portate alla Base 90 “Comandor aviator Gheorghe Bănciulescu” saranno distribuite dai mezzi di trasporto dell’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza del Ministero dell’Interno, precisa ancora il Ministero della Difesa romeno.
Il sistema ospedaliero è prossimo al collasso e in tutto il Paese non ci sono più posti liberi nelle terapie intensive, con le autorità che già nei giorni scorsi hanno lanciato l’allarme chiedendo aiuto all’Unione europea, e all’Ungheria in particolare, per garantire l’accoglienza di pazienti Covid in gravi condizioni.