K metro 0 – La Palma – I vulcanologi esperti di La Palma, alle Canarie, in Spagna, rassicurano la popolazione. Nel frattempo, a 3.000 residenti dell’isola spagnola è stato ordinato di rimanere in casa dopo che la lava ha distrutto un cementificio, sollevando nuovi timori di gas tossici. Intanto, la piattaforma di lava creata in
K metro 0 – La Palma – I vulcanologi esperti di La Palma, alle Canarie, in Spagna, rassicurano la popolazione. Nel frattempo, a 3.000 residenti dell’isola spagnola è stato ordinato di rimanere in casa dopo che la lava ha distrutto un cementificio, sollevando nuovi timori di gas tossici.
Intanto, la piattaforma di lava creata in mare dal vulcano continua ad aumentare di dimensione e in breve tempo potrebbe raggiungere una zona di maggiore profondità marina, con relativo collasso della sua parte anteriore. Questo porterebbe “all’emissione di gas ed esplosioni”, così come ad “alcune piccole onde”, secondo Víctor Melo, professore e presidente della Asociación Volcanes de Canarias. Ma, chiarisce subito Melo, “queste onde, in ogni caso, si dissiperebbero rapidamente” e non è previsto alcun “tsunami”. Insomma, “l’onda potrebbe raggiungere un’altezza massima di 25 centimetri nel vicino porto di Tazacorte, senza sfiorare le altre isole”.
Ha così subito smentito la teoria diffusa da un documentario secondo cui l’eruzione potrebbe provocare un megatsunami che colpirebbe persino gli Stati Uniti, definendola una bufala senza alcuna base scientifica. Anche il Piano di Emergenza Vulcanica delle Canarie (Pevolca) ha invitato alla calma la popolazione, poiché l’ipotetica caduta della fajana (piscina naturale di grande bellezza così formatasi, Ndr) colpirebbe solo una zona evacuata dall’inizio dell’eruzione, e l’onda che produrrebbe, secondo il suo direttore tecnico, Miguel Ángel Morcuende, sarebbe di piccole dimensioni e diminuirebbe rapidamente man mano che procede. “Avrebbe gli stessi effetti di quando la colata lavica ha toccato il mare”. Insomma, “una volta che la piattaforma di lava è a contatto con l’acqua può rompersi, ma non in massa.
La ragione della rottura è dovuta alle caratteristiche proprie dell’isola. “La piattaforma costiera di La Palma è piccola perché è un’isola molto giovane, e subito dopo c’è una profonda pendenza verso il fondo del mare“, ha precisato Morcuende. È su questa piattaforma costiera che si sono depositati i sedimenti nel corso del tempo geologico, ed è su essi che la colata lavica sta cadendo. Quindi”, ha sottolineato, “la colata di lava è seduta su una zona che non ha stabilità. Può muoversi in qualsiasi momento; contro di essa c’è il movimento del mare, che tiene la fajana al suo posto. Tuttavia, il centro di pressione del vulcano sta spingendo verso il mare e ciò che può accadere è che in un dato momento la pressione del peso della lava superi lo sforzo del mare per trattenerla”, ha spiegato.
Ciò che avverrebbe in quel punto, nel punto in cui inizia la scarpata – alla fine della piattaforma costiera – sarebbe una rottura accompagnata da piccole esplosioni perché viene rilasciato più vapore acqueo, e probabilmente anche il rilascio di alcuni dei gas contenuti nella fajana e un’onda in quel particolare punto. Morcuende ha pertanto dato risalto al fatto che quest’onda avrebbe una dimensione di cinque metri soltanto nel punto di rottura e in un raggio compreso tra 100 e 150 metri. Deve essere chiaro che l’intensità dell’onda”, continua, “è inversamente proporzionale alla distanza. Cioè, man mano che la distanza aumenta, diminuisce molto rapidamente”. Tutto sommato, la previsione del modello che si sta studiando è che se questo fenomeno si verifica ci saranno onde di meno di due metri a mezzo miglio- un miglio e mezzo di distanza. “State calmi. Perché se c’è qualche piccolo problema sorgerà solo sul luogo della rottura e in un’area già evacuata ed esclusa dall’inizio dell’eruzione. Ci sarà solo un fenomeno pittoresco nella zona e poco altro”, ha concluso.
Le zone più vicine alla fajana, il porto di Tazacorte e Puerto Naos, erano già state evacuate difatti prima che la lava raggiungesse il mare alla fine di settembre, quindi a parte gli scienziati e le autorità presenti nella zona, non ci sono abitanti vicini che potrebbero essere direttamente colpiti dall’ipotetico collasso.
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