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Le ONG dell’Azerbaijan firmano un appello contro le provocazioni militare armene

Le ONG dell’Azerbaijan firmano un appello contro le provocazioni militare armene

K metro 0 – Ganja – Quarantanove ONG attive in Azerbaigian firmano un appello rivolto alle comunità internazionale e ai media planetari a nome della società civile del loro paese, invitandoli a protestare per i crimini militari perpetrati dall’Armenia contro la popolazione civile dell’Azerbaigian, e dichiarare inaccettabili questo tipo di atti militari contro la popolazione.

K metro 0 – Ganja – Quarantanove ONG attive in Azerbaigian firmano un appello rivolto alle comunità internazionale e ai media planetari a nome della società civile del loro paese, invitandoli a protestare per i crimini militari perpetrati dall’Armenia contro la popolazione civile dell’Azerbaigian, e dichiarare inaccettabili questo tipo di atti militari contro la popolazione. Poco più di un anno fa, infatti, il 3 ottobre 2020, Ganja, seconda città più grande dell’Azerbaigian, veniva ferita a morte dai militari armeni

“In risposta alla provocazione militare commessa contro il nostro paese dalle forze armate della Repubblica d’Armenia il 27 settembre 2020, le forze armate della Repubblica dell’Azerbaigian avevano iniziato le operazioni di contrattacco e liberato le terre appartenenti alla Repubblica dell’Azerbaigian” recita l’appello delle 49 ONG. “Come risultato delle operazioni militari di successo condotte dal nostro esercito le forze militari dell’Armenia sono state completamente distrutte. Con l’obiettivo di compensare le perdite sul campo di battaglia, il governo dell’Armenia ha tuttavia scelto di colpire la popolazione civile che vive nelle città e nei distretti fuori dalla linea del fronte della guerra, sparando con diversi tipi di armi pesanti, tra cui l’artiglieria e i razzi balistici; e commettendo pertanto crimini militari contro l’umanità. Uccidendo così donne e bambini, danneggiando la proprietà della popolazione e le infrastrutture su larga scala”.

Ganja affrontava difatti attacchi di artiglieria pesante e di razzi durante le date del 4, 5, 8, 11 e 17 ottobre 2020. Il bilancio terrificante di tali orribili atti terroristici è stato di 26 morti, 175 persone ferite, e un gran numero di infrastrutture civili e veicoli danneggiati in maniera significativa.

In generale, su ordine del governo armeno, non solo Ganja e Barda, ma anche Yevlakh, Beylagan, Tartar, Gabala, Goranboy, Aghjabadi, Khizi e altre città e distretti sono stati attaccati con razzi balistici e altri tipi di armi di artiglieria pesante. Il risultato di questa aggressione militare globale è stato ancora più pesante: 454 civili feriti, 93 civili morti, tra cui 12 bambini e 27 donne; e ancora: 12.292 aree residenziali e non residenziali e 288 veicoli pesantemente colpiti.

“Per tutte queste ragioni – conclude l’appello – noi come ONG dell’Azerbaigian, con un profondo sentimento di preoccupazione, vorremmo attirare l’attenzione dei governi di tutto il mondo sui crimini commessi contro l’umanità dal governo politico e militare dell’Armenia nel 2020 e affermiamo che il Diritto internazionale umanitario, in particolare la Convenzione di Ginevra adottata nel 1949, è stata gravemente violata”.

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