K metro 0 – Bruxelles – Senza maschi, niente giustizia. In teoria, la giustizia non ha sesso, anche se la “dea bendata” che la raffigura, è per definizione una donna. Ma in pratica, in Belgio, il principio della parità tra maschi e femmine si applica anche nelle aule dei tribunali. E’ quel che è successo
K metro 0 – Bruxelles – Senza maschi, niente giustizia. In teoria, la giustizia non ha sesso, anche se la “dea bendata” che la raffigura, è per definizione una donna. Ma in pratica, in Belgio, il principio della parità tra maschi e femmine si applica anche nelle aule dei tribunali.
E’ quel che è successo a Bruxelles, dove la presidente della Corte d’Assise, non ha avuto altra scelta, lunedì pomeriggio, che rinviare a data da destinarsi il processo al presunto omicida di Eunice, una giovane prostituta nigeriana accoltellata a morte, nel 2018, nella sua zona a Schaerbeek (un comune di oltre 100mila abitanti situato nella Regione di Bruxelles-Capitale).
In pratica, il tribunale non aveva più nessun candidato maschio per completare la giuria.
“La Corte ritiene che sia impossibile formare una giuria, poiché l’urna non contiene più alcun nome di giurati” ha annunciato la presidente della Corte d’assise di Bruxelles lunedì intorno alle 16, dopo aver iniziato, intorno alle 14, l’estrazione a sorte dei giurati per il processo.
La corte aveva già sorteggiato otto donne e tre uomini. E nell’urna rimaneva solo un candidato maschio tra cui scegliere.
Per rispettare la parità tra uomini e donne, la giuria non può mai contenere più di otto giurati dello stesso sesso. Tutte le donne restanti sono state quindi ricusate, ma l’urna si è rapidamente svuotata senza che siano comparsi nuovi nomi maschili.
Sembra infatti che troppo pochi cittadini abbiano risposto alla chiamata della giustizia.
Un caso del genere, a onor di cronaca, è estremamente raro e non può che sfociare nell’inevitabile decisione di annullare il processo e riprogrammarlo in un secondo momento, quando il sorteggio della giuria ripartirà da zero.
Per i legali di parte civile, Isabelle Slaets e Nathalie Buisseret, questo è un caso “doloroso” per la giustizia belga. “Sedere come giurato in un processo d’assise è un dovere civico. Molte persone non vogliono questo incarico. Ma è irrispettoso. Così la giustizia è perduta”, ha dichiarato la Buisseret.
Anche un rappresentante del Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso (UTSOPI un collettivo autogestito e autorganizzato all’insegna del motto: “pour l’indépendance de nos vies, des nos corps, des nos choix”), che è parte civile nel processo, “questo significa ritardare ulteriormente un processo per un delitto contro una prostituta, commesso più di tre anni fa, con la conseguenza di rafforzare il sentimento di impunità degli autori”. “Le prostitute rischiano di sentirsi ancora più dimenticate dal sistema giudiziario, quando hanno già la sensazione di non essere considerate vittime, di non essere abbastanza importanti da venir prese in considerazione per le aggressioni che subiscono”, ha aggiunto.
A seguito del rinvio di questo pro cesso, c’’è inoltre il rischio che l’imputato, detenuto in un centro comunitario chiuso per minori in attesa di giudizio, potrebbe chiedere la scarcerazione.