K metro 0 – Berlino – La popolazione invecchia e il numero di persone in età lavorativa diminuirà considerevolmente già quest’anno in Germania. La più grande economia europea si troverà così a corto di manodopera, ha dichiarato martedì il presidente dell’Agenzia federale del lavoro, Detlef Scheele, in un’intervista alla “Süddeutsche Zeitung”, uno dei più importanti
K metro 0 – Berlino – La popolazione invecchia e il numero di persone in età lavorativa diminuirà considerevolmente già quest’anno in Germania.
La più grande economia europea si troverà così a corto di manodopera, ha dichiarato martedì il presidente dell’Agenzia federale del lavoro, Detlef Scheele, in un’intervista alla “Süddeutsche Zeitung”, uno dei più importanti quotidiani tedeschi liberal-progressisti che, da quando è nato, a Monaco, nel 1945, dedica sempre grande attenzione ai temi sociali.
Per quest’anno si prevede una contrazione della forza lavoro di quasi 150.000 unità. E nei prossimi anni, la situazione “sarà molto più drammatica”, ha detto Scheele. La chiave per risolvere il problema, a suo giudizio, sarebbero gli immigrati. ”Non si tratta di concedere asilo – ha precisato – ma di favorire un’immigrazione mirata per colmare le lacune nel mercato del lavoro“.
Serviranno “400.000 immigrati all’anno, quindi molto di più rispetto agli ultimi anni”, ha aggiunto. “Dall’assistenza infermieristica ai tecnici del clima, dagli addetti alla logistica al personale accademico, ci sarà carenza di lavoratori qualificati ovunque”.
La Germania conta 83 milioni di abitanti. L’anno scorso, il numero di cittadini stranieri che vivono nel paese è cresciuto di circa 204.000 unità, l’1,8% in più rispetto all’anno precedente: è il tasso di crescita più basso in un decennio.
I commenti di Scheele arrivano alla vigilia, (meno di un mese prima), delle prossime elezioni generali tedesche. Alla domanda sulle resistenze politiche a una maggiore immigrazione, specie dopo l’arrivo di un gran numero di rifugiati e altri migranti a partire dal 2015, ha risposto: “Puoi anche opporti e dire ‘Non vogliamo stranieri’, ma non funziona”.
Quella di Scheele è una “richiesta incomprensibile“, secondo Alternative fur Deiutschland, il più grande partito di opposizione, di estrema destra, nel parlamento uscente. E uno dei suoi parlamentari, René Springer, membro della Commissione lavoro e affari sociali del Bundestag, lo ha accusato di “farsi portavoce di aziende che vogliono abbassare ulteriormente i salari con l’aiuto dell’immigrazione”.
Ma intanto, l’economia tedesca è tornata a crescere: dell’1,6% tra aprile e giugno, rispetto al trimetre precedente. Un po’ meglio di quanto inizialmente riportato, secondo le statistiche ufficiali di martedì, dopo un calo del 2% nel primo trimetre.
Nel secondo trimestre, il tasso di crescita, registrato dall’Ufficio federale di statistica, era stato dell’1,5% dopo un calo del 2,1% nel primo trimestre. Il secondo trimestre di quest’anno ha visto anche le infezioni da coronavirus divampare di nuovo e poi diminuire a un livello molto basso. E questo ha spinto le autorità ad allentare molte restrizioni, mentre la campagna di vaccinazione del paese ha preso velocità.
Nello stesso tempo, però, l’economia è stata colpita da problemi alla catena di approvvigionamento, tra cui il blocco causato da una nave che ostruiva il Canale di Suez e ritardi nella produzione e consegna di microchip.
Nonostante la crescita del secondo trimestre, il prodotto interno lordo è stato ancora inferiore del 3,3% rispetto al quarto trimestre del 2019, l’ultimo prima che la pandemia colpisse l’Europa.
Secondo le previsioni di Bundesbank, la banca centrale tedesca, pubblicate lunedì nel suo rapporto mensile, l’economia crescerà “molto più fortemente” durante l’estate a causa dell’allentamento delle restrizioni sulla pandemia. E la carenza di forza lavoro comincerà a farsi sentire ancor di più.
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