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Il Presidente Ilham Aliyev: se l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, nella regione arriverà la pace

Il Presidente Ilham Aliyev: se l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, nella regione arriverà la pace

K metro 0 – Baku – In un’intervista alla CNN Turk, il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha parlato delle misure prese per ripristinare l’integrità territoriale dell’Azerbaigian e per porre fine all’occupazione armena, della seconda guerra del Karabakh e delle sue conseguenze, della situazione nella regione dopo la guerra, delle condizioni per garantire la pace a

K metro 0 – Baku – In un’intervista alla CNN Turk, il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha parlato delle misure prese per ripristinare l’integrità territoriale dell’Azerbaigian e per porre fine all’occupazione armena, della seconda guerra del Karabakh e delle sue conseguenze, della situazione nella regione dopo la guerra, delle condizioni per garantire la pace a lungo termine nella regione e dei passi da compiere per raggiungere questo obiettivo.

Il Presidente Ilham Aliyev ha affermato che l’obiettivo numero uno era la liberazione del Karabakh e dello Zangazur orientale, era una missione storica e tutte le forze sono state mobilitate. “Per tutti questi anni ho detto che dovevamo e che avremmo liberato le nostre terre a tutti i costi. Dovevamo solo farlo al momento giusto e l’abbiamo fatto, non potevamo sbagliare. Perché questa era una responsabilità storica, e quindi passi tempestivi hanno portato a tale conclusione. Lo spirito intransigente delle persone è, ovviamente, uno dei fattori principali. Perché non abbiamo dimenticato il Karabakh. Anche i bambini che non hanno visto il Karabakh e sono nati nelle tendopoli hanno vissuto con il desiderio e la voglia di partire e tornare in patria. C’erano migliaia di giovani pronti a morire”, ha enfatizzato il capo di Stato.

Il Presidente Ilham Aliyev ha detto che naturalmente, anche il rafforzamento del nostro esercito, le armi, l’equipaggiamento e i rifornimenti sono fattori chiave. “Negli ultimi anni sono state acquistate armi basate sulle più moderne tecnologie ed è aumentata la professionalità del nostro Esercito. Perché le armi, la tecnologia, ovviamente, risolvono molti problemi. Ma è il soldato che libera la terra e alza la bandiera. Se non va in guerra volontariamente, nessuna arma può aiutare. Questi fattori ci hanno portato alla vittoria.”

Il Presidente dell’Azerbaigian ha dichiarato che il Paese ha camminato giorno e notte verso questo obiettivo e l’ha raggiunto. “Ora ci sono nuovi obiettivi. Questi obiettivi sono rafforzare la vittoria, garantire la sicurezza dell’Azerbaigian, ricostruire le terre liberate e prevenire l’ascesa delle forze revansciste armene”.

Parlando delle minacce alla pace nella regione, il Presidente ha osservato: “Gli armeni vi hanno cosparso centinaia di migliaia di mine. Dalla fine della guerra, il 10 novembre, più di 150 civili e militari sono stati uccisi o feriti dalle mine antiuomo. Pertanto, i lavori di sminamento devono essere eseguiti e sono attualmente in corso. L’Armenia non ci fornisce mappe dei campi minati e l’accuratezza delle mappe fornite nell’ultima fase è solo del 25%. Quindi anche qui agiscono in modo non sincero. Non possiamo mettere a rischio la vita delle persone. Pertanto, sono in corso lavori di sminamento e infrastrutture nelle terre liberate, nel Karabakh e nel Zangazur orientale.”

Il Presidente dell’Azerbaigian ha anche sottolineato che le aspettative dell’Azerbaigian dalla Russia sono che tutte le disposizioni della dichiarazione tripartita siano attuate. “Perché questa Dichiarazione tripartita è stata firmata dai leader di Azerbaigian, Russia e Armenia e la maggior parte di essa è già stata attuata. Ma ci sono alcune questioni che rimangono ancora in sospeso. Questa è la nostra aspettativa. La Russia, in quanto vicina dell’Azerbaigian e stretto alleato dell’Armenia, svolge certamente un ruolo speciale in questa regione. Questo è naturale. Ci auguriamo che la Russia continui a non lesinare sforzi per la sicurezza della regione e ad adottare misure per garantire una pace duratura. Allo stesso tempo, la nostra aspettativa è che la Russia non armi l’Armenia. Abbiamo portato questo problema all’attenzione dei funzionari russi. Siamo preoccupati per questo. La guerra è finita. Cioè, il popolo armeno  si è riconciliato con questa situazione. Anche la leadership armena si è riconciliata con la propria sconfitta e le recenti elezioni parlamentari in Armenia lo hanno dimostrato. Quindi il popolo ha già dato la sua preferenza a un partito sconfitto. Questo è un panorama senza precedenti nella storia, quando un partito sconfitto riceve il sostegno popolare. In tali circostanze, ovviamente, non ha alcun senso armare l’Armenia. Non lo vediamo ancora accadere, ma ci sono state alcune dichiarazioni della Russia. Pochi giorni fa, durante un incontro con il ministro della difesa armeno, il ministro della difesa russo ha affermato che era iniziato il processo di invio di armi russe in Armenia. Questo è un problema molto preoccupante”, ha evidenziato il Presidente.

Il capo di Stato dell’Azerbaigain ha dichiarato che l’area di Khankandi, sotto il controllo della missione di pace russa, è ora un’area sicura, la situazione al confine dell’Azerbaigain con l’Armenia è talvolta preoccupante, ma in generale è stabile. “Pertanto, ovviamente, vogliamo che la Russia tenga conto delle nostre preoccupazioni in merito. Perché non importa quante armi vengano date, l’equilibrio dei poteri non cambierà. Negli ultimi 30 anni, la Russia ha fornito all’Armenia miliardi di dollari di armi gratuite, alcune delle quali sono ora esposte nel nostro Parco dei trofei militari, ma l’esercito armeno è stato completamente smantellato. Allocheremo tutti i soldi di cui abbiamo bisogno per armare il nostro esercito, e lo abbiamo fatto. Pensiamo semplicemente che la guerra sia finita e che non ce ne sia bisogno. Non siamo stati e non siamo quelli che hanno avviato il processo di riarmo della regione. Ci auguriamo che altri partner prendano misure appropriate.”

Il capo di Stato dell’Azerbaigian ha detto anche che stanno seguendo gli eventi nel corridoio di Lachin e nelle aree controllate dalle forze di pace russe. “Conosciamo il numero esatto di auto che vanno a Khankendi. Di recente, nella nostra stampa è stata rilasciata una dichiarazione su questo tema, incluso il fatto che nell’ultimo mese, dall’11 luglio all’8 agosto, circa 5.000 persone hanno lasciato Khankendi per l’Armenia e non sono tornate. Cioè, 20.000 persone sono uscite e 15.000 persone sono entrate. Quindi sappiamo anche il numero di persone”, ha affermato.

Parlando dei termini di pace tra Azerbaigian e Armenia, il Presidente Ilham Aliyev ha sottolineato che l’Azerbaigian vuole un accordo di pace con l’Armenia. “Che l’Armenia e l’Azerbaigian riconoscano reciprocamente l’integrità territoriale e inizino il processo di delimitazione, cioè la demarcazione dei confini. Ma finora non abbiamo ricevuto una risposta positiva dall’Armenia. Sembra che l’Armenia non sia pronta per questo o sia contraria. Ho detto che sarebbe stato un grosso errore e che se ne sarebbero pentiti. Perché non dobbiamo tenere questa proposta sul tavolo per sempre. Se si oppongono a questo, dovrebbero dire apertamente che non vogliono firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian. In questo caso, perseguiremo la nostra politica di conseguenza. Se l’Armenia è pronta per questo, se è pronta a riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, riconosciuta da tutto il mondo, allora, ovviamente, nella regione arriverà la pace a lungo termine. Lo vogliamo e, allo stesso tempo, sono ora sul tavolo proposte concrete per realizzarla. È nel nostro interesse aprire strade, stabilire il corridoio di Zangazur, ripristinare tutte le relazioni commerciali, cioè garantire la pace nel Caucaso meridionale dopo una lunga pausa. Penso che soddisfi anche gli interessi dell’Armenia. Perché il corridoio di Zangazur servirà anche ai loro interessi. Possono anche comunicare sia con l’Iran che con la Russia per ferrovia. Finora, questa connessione non esiste e per loro sorgeranno nuove opportunità.”

“Naturalmente, l’apertura di questo corridoio serve a molti scopi. Azerbaigian e Turchia si uniranno a un nuovo progetto di trasporto. Come sapete, quattro anni fa a Baku si è svolta la cerimonia ufficiale di apertura della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars. Grazie a questa ferrovia, siamo uniti alla Turchia. Il corridoio Zangazur sarà una seconda connessione. Così, ci appariranno nuove opportunità. Allo stesso tempo, l’Azerbaigian sarà collegato alla sua parte integrante – la Repubblica autonoma di Nakhchivan, tramite ferrovia. Allo stesso tempo, richiediamo la costruzione di un’autostrada – nella regione di Mehri, nella parte occidentale di Zangazur, che è sotto il controllo armeno. Perché è assolutamente necessario”, ha detto il Presidente Ilham Aliyev aggiungendo che, purtroppo, l’Armenia protesta contro questo e che fino a poco tempo fa, ha protestato contro l’apertura del corridoio Zangazur. “Solo che pochi giorni fa è stato espresso un parere positivo in relazione alla non opposizione. Tuttavia, per la piena operatività del corridoio di Zangazur, devono esserci sia una ferrovia che un’autostrada. Dovremmo essere in grado di salire in macchina a Baku e andare comodamente in Turchia e Nakhchivan”, ha detto capo di Stato dell’Azerbaigian.

Il Presidente Ilham Aliyev ha affermato che, tuttavia, il nazionalismo estremo, la turcofobia, l’azerbaigianofobia, l’islamofobia in Armenia hanno avvelenato la mente delle persone e dei circoli dirigenti, a tal punto che non possono esprimerlo, anche se lo desiderano. “Naturalmente, la società e il governo in Armenia si trovano ora in una situazione psicologica molto difficile. Poiché i loro pilastri ideologici per trent’anni sono stati infranti, la mitologia è stata infranta. Abbiamo distrutto l’esercito armeno “vittorioso” nel giro di 44 giorni. Le loro rivendicazioni territoriali sono state distrutte”, ha detto il capo di Stato.

Parlando delle possibilità che il corridoio Zangazur possa diventare un nuovo progetto di trasporto in Eurasia, il Presidente Ilham Aliyev ha affermato: “Lo abbiamo già messo come iniziativa. Abbiamo anche chiamato questo corridoio “corridoio Zangazur”. È già stato inserito nel lessico internazionale. So che anche l’Unione europea è molto positiva su questo tema. Durante la recente visita del Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, il Sig. Charles Michel, a Baku, abbiamo avuto un ampio scambio di opinioni su questo tema, e loro, ovviamente, sostengono fortemente questo progetto”.

“In altre parole, questa sarà una nuova opportunità per la Turchia, l’Azerbaigian, la regione e l’Armenia. Ho già detto che possono collegarsi con la Russia e l’Iran tramite questa ferrovia. Perché forse da 20 anni si discute della costruzione della ferrovia armeno-iraniana. Eppure non sta succedendo nulla, perché questo progetto richiede almeno 3 miliardi di dollari. Tuttavia, possono utilizzare il territorio di Nakhchivan: esiste già una linea ferroviaria tra Nakhchivan e l’Iran”, ha detto il Presidente.

Il Presidente Ilham Aliyev ha espresso la speranza che altri paesi si uniscano all’iniziativa: “Sosteniamo questo formato e speriamo che anche altri paesi vi aderiscano. So che la parte georgiana non è pronta, perché non ci sono relazioni diplomatiche tra Georgia e Russia. Questa è la posizione della Georgia e dobbiamo rispettarla. Tuttavia, le relazioni tra i paesi della regione sono molto importanti per la cooperazione regionale, per la stabilità e per ridurre a zero il rischio di future guerre. Possono essere discussi anche progetti specifici. Dopotutto, questa non è solo un’iniziativa politica. Innanzitutto, oltre all’apertura del corridoio Zangazur e di altre strade – perché non stiamo parlando solo del corridoio Zangazur – potremmo avere altri progetti di trasporto con l’Armenia. Poi viene il ripristino delle relazioni commerciali e la garanzia di una pace a lungo termine nel Caucaso meridionale. In altre parole, tutte queste sono questioni molto importanti. Abbiamo già completato la nostra missione storica. Non abbiamo bisogno di una nuova guerra”.

Nella sua intervista, il Presidente Ilham Aliyev ha parlato dell’integrazione nella società azerbaigiana dei cittadini dell’Azerbaigain di origine armena, che vivono in Karabakh: “Consideriamo gli armeni che vivono nel territorio controllato dalla missione di pace russa come cittadini azerbaigiani, che hanno perso la strada. Non sono troppi. Secondo informazioni accurate, il loro numero è inferiore ai 25.000. Naturalmente, devono anche essere integrati nella società azerbaigiana. L’Azerbaigian è un paese multietnico e multiconfessionale, e molti popoli vivono qui come un’unica famiglia, compresi gli armeni. Ci sono armeni che vivono oggi a Baku”.

Parlando anche della chiesa armena di Baku, che è stata restaurata, ha affermato: “Si trova nel centro della città, e se qualcuno va lì, vedrà che ci sono circa 5.000 libri armeni. Ma guarda cosa hanno fatto alle nostre moschee? Per fare un confronto, più di 60 delle nostre moschee sono state rase al suolo. Pertanto, gli armeni che vivono oggi a Khankandi e nei villaggi circostanti devono essere integrati nella nostra società, ciò che creerà maggiori opportunità per loro. In generale, devono essere compiuti i primi passi per stabilire relazioni trilaterali tra Azerbaigian, Georgia e Armenia nel Caucaso meridionale, e noi siamo pronti a questo”.

Fonte: https://en.president.az/articles/52736

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