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Nuova Zelanda, scuse formali per repressione anti-immigrati anni ’70

Nuova Zelanda, scuse formali per repressione anti-immigrati anni ’70

K metro 0 – Wellington – Quasi 50 anni dopo, domenica il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern si è formalmente scusata per il giro di vite attuato dal governo negli anni Settanta nei confronti degli immigrati delle isole del Pacifico con il visto scaduto, i quali vennero espulsi nei loro Paesi di origine. Le comunità

K metro 0 – Wellington – Quasi 50 anni dopo, domenica il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern si è formalmente scusata per il giro di vite attuato dal governo negli anni Settanta nei confronti degli immigrati delle isole del Pacifico con il visto scaduto, i quali vennero espulsi nei loro Paesi di origine.

Le comunità delle isole del Pacifico in Nuova Zelanda ancora “soffrono e portano le cicatrici” di quella politica, ha detto Ardern esprimendo le “scuse formali e senza riserve” del Paese.

La principessa Mele Sui’ilikutapu di Tonga ha accolto con favore la decisione del governo neozelandese di affrontare il trattamento “disumano e ingiusto” del suo popolo, definendo le scuse “un’alba per la mia comunità”.

La politica sull’immigrazione che iniziò nel 1974, suscitò l’indignazione di gruppi religiosi, politici e civili fino a quando non fu interrotta negli anni ’80. La polizia neozelandese interveniva con cani, entrando nelle case degli immigrati, li prelevavano per interrogarli, spesso venivano confinati e i loro figli trasferiti in istituti statali. L’operazione mattutina divenne nota come “Dawn Raids”.

Una misura, ricorda la Bbc, che colpì in modo eccessivo gli abitanti delle isole del Pacifico, nonostante la maggior parte degli accusati provenissero dal Regno Unito, dall’Australia e dal Sudafrica.

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Patrizia Grandi
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