K metro 0 – Beirut – Hariri getta la spugna, e il Libano rimane ancora senza guida. Incaricato dal presidente della repubblica, Michel Aoun, di formare un nuovo governo, giovedì Saad al-Hariri ha abbandonato il campo. La sua rinuncia, ha spiegato, è dovuta al fatto che, com’era ormai chiaro, non sarebbe stato in grado di
K metro 0 – Beirut – Hariri getta la spugna, e il Libano rimane ancora senza guida. Incaricato dal presidente della repubblica, Michel Aoun, di formare un nuovo governo, giovedì Saad al-Hariri ha abbandonato il campo. La sua rinuncia, ha spiegato, è dovuta al fatto che, com’era ormai chiaro, non sarebbe stato in grado di raggiungere un accordo con Aoun.
Il paese precipita così in una crisi che ancora una volta sembra senza via di uscita, sullo sfondo di una drammatica depressione economica che la Banca Mondiale ha definito come una delle più gravi della storia moderna. La sua valuta ha perso oltre il 90% del suo valore in meno di due anni, precipitando il Libano in una povertà vertiginosa.
“È chiaro che non riusciremo a trovare un accordo con il presidente”, ha detto Hariri ai giornalisti dopo un incontro con Aoun durato appena 20 minuti.
La rinuncia di Hariri complica non poco le cose. Nel sistema multiconfessionale del Libano, l’incarico di formare il nuovo governo spetta a un musulmano sunnita. E se non si trova un’alternativa ad Hariri ci sono poche speranze di dar vita a un esecutivo che possa iniziare a sistemare la situazione economica.
Hariri, ha spiegato che Aoun pretendeva modifiche sostanziali allo schema di governo che gli aveva presentato mercoledì.
Nessun commento immediato alle sue dichiarazioni è arrivato dalla presidenza della repubblica.
Hariri era stato incaricato di formare il nuovo governo lo scorso ottobre, dopo le dimissioni del primo ministro Hassan Diab a seguito dell’esplosione del porto di Beirut del 4 agosto. In attesa di un successore, il suo esecutivo rimane in carica per sbrigare le faccende di ordinaria amministrazione.
A fine settembre 2020, anche Mustafa Adib, ex ambasciatore del Libano in Germania dal 2013, aveva rinunciato all’incarico di formare un nuovo governo. Ed era già il terzo primo ministro designato a gettare la spugna in un paese devastato dalla crisi economica.
(REUTERS)