Rilevazione sull’andamento del settore delle società di ingegneria e architettura K metro 0 – Roma – Sono questi i dati principali della 37esima Rilevazione Oice/Cer sull’andamento delle società di ingegneria e architettura associate a Oice e di un campione di imprese non associate illustrati oggi in un partecipato evento on line con gli interventi di
Rilevazione sull’andamento del settore delle società di ingegneria e architettura
K metro 0 – Roma – Sono questi i dati principali della 37esima Rilevazione Oice/Cer sull’andamento delle società di ingegneria e architettura associate a Oice e di un campione di imprese non associate illustrati oggi in un partecipato evento on line con gli interventi di Busia (ANAC), Panucci (Min. riforma P.A.), Loffredo (Struttura comm. Ricostruzione sisma) e Pini (ISPRA).
Il Report certifica come, nonostante la pandemia, il 2020 sia stato un anno positivo per le società di ingegneria e architettura dell’associazione confindustriale, con un aumento del 3,5% della produzione 2020 (per un livello di circa 3 miliardi di euro). Meglio ancora dovrebbe andare il 2021 per il quale è atteso un vero e proprio balzo dell’attività, con un aumento previsto del 15,5% e una produzione di quasi 3,5 miliardi. Nel 2021, in virtù di questi incrementi produttivi, alla fine dell’anno corrente, il settore – dal punto di vista dell’occupazione – arriverebbe a contare quasi 4.500 lavoratori in più rispetto al 2019; di questi la percentuale di sesso femminile è stata pari al 24,4% nel 2020 (26,9% nelle imprese sotto i 50 addetti), in crescita di 5 punti rispetto al 2019. Gli under 35 sono il 22%, con un +5% sul 2019.
Con riferimento alla tipologia di attività, il valore della produzione Turn-key è stato nel 2020 di 835 milioni nel 2020 (-5,0% sul 2019) ed è stimata di 883 milioni nel 2021 (+5,7%). Per i servizi di Ingegneria pura la produzione è stata pari a 1.688 milioni nel 2020 (+1,7%) ed è prevista pari a 1.934 milioni nel 2021 (+14,6%). Per i servizi di Project management la produzione sale da 478 milioni nel 2020 (+32,8%) a 649 milioni nel 2021 (+35,8%).
I mercati esteri rimangano il principale sbocco delle produzioni Oice, soprattutto per quelle di medie e grandi dimensioni, ma con una quota attesa scendere quest’anno al 56,1% del totale (-2,2 punti sul 2019). Un risultato da leggere però in chiave positiva, perché associato a una crescita particolarmente robusta del mercato interno (+22,2% sul 2019), in una contestuale espansione del mercato estero (+17,6% nel biennio).
Il settore dell’Energia si conferma prevalente, ma è nel comparto dei Trasporti che vengono indicati i maggiori incrementi di produzione.
Dal lato della tipologia della committenza, le imprese rilevano una maggiore domanda da parte di enti e imprese pubbliche, a cui quest’anno viene ricondotto il 20,2% della domanda complessiva (+ 16,6% nel 2019).
Interessante anche la parte del report che analizza l’impatto della pandemia Covid-19 da cui risulta un’alta capacità di resilienza: 2/3 delle imprese sono riuscite ad affrontare la crisi pandemica limitando di molto gli effetti collaterali, nonostante lo scenario economico sia stato decisamente negativo, anzi il 64% ha registrato un incremento del fatturato rispetto al 2019 e per il 2021 l’84% delle imprese si attende un aumento del fatturato.
Per l’utilizzo della CIG nel 2020 il 52% delle imprese ha affermato di non aver posto in cassa integrazione alcun dipendente e solo il 9% delle imprese ha posto in cassa integrazione la totalità dei dipendenti. Durante la pandemia il 90% delle imprese ha dichiarato che la crisi Covid-19 non ha portato ad alcuna riduzione di personale.
Per lo smart working nel 2020 la maggior parte delle imprese, il 49%, ha segnalato un incremento di lavoratori in smart working tra l’1 e il 50% rispetto 2019, il 30% ha registrato un incremento tra il 51 e il 99% e il 15% delle imprese ha segnalato un aumento del 100% rispetto al 2019. In prospettiva il 57% delle imprese non apporterà alcuna modifica strutturale alla sua tradizionale organizzazione del lavoro (questa percentuale era pari al 46%); il 36% delle imprese ha affermato che apporterà modifiche all’organizzazione del lavoro e che lo smart working coinvolgerà fino al 50% dei dipendenti.
Dal PNRR l’81,6% delle imprese si attende benefici “abbastanza” (53,1%) o “molto” (28,6%) significativi. Al contrario, il 18,4% ritiene che tali benefici saranno poco rilevanti.
Non altrettanto ottimistiche si presentano le aspettative delle imprese sull’impatto che il Superbonus 110% avrà sul fatturato: soltanto il 26,2% delle imprese ritiene che tali iniziative impatteranno in misura rilevante nel corso dell’anno.
Gli interventi del Governo posti in essere nel 2020 sono giudicati sufficienti o buoni dal 57% delle imprese, ma, è presente un 38% di imprese che li ha giudicati insufficienti.
Rispetto alla ripresa delle attività durante il primo quadrimestre del 2021 le imprese che hanno risposto all’indagine Oice/Cer hanno evidenziato una ripresa “abbastanza” (61,5%) o “molto” (19,6%) significativa. Per il 18,9% delle imprese invece la ripresa nel primo scorcio del 2021 è stata “minima”.
In proiezione futura, il 66,7% delle imprese si aspetta un aumento del volume delle attività anche nel 2022, con previsioni di investimento in aumento per il 51,4% dei rispondenti.
Per Gabriele Scicolone, presidente OICE, “i dati molto positivi sul 2020, nel quale la resilienza delle società di ingegneria e architettura che hanno potuto continuare a produrre e fatturare (con un +3,5 % sul 2019, per oltre 3 miliardi) con un mercato interno a +22% sul 2019, grazie anche alla domanda pubblica che non si è fermata, ci confortano molto. Siamo adesso ottimisti anche per le prospettive 2021 di un vero e proprio boom (stimato ad oltre il 14%), con una crescita occupazionale di oltre 4500 unità rispetto al 2019. Le nostre società, avanti con la digitalizzazione, hanno accusato poco le difficoltà legate alle restrizioni e sono ripartite forte, anche grazie allo sforzo profuso dall’associazione che ha dato un rilevante supporto sia per le attività in Italia, sia all’estero dove le attese per il 2021 sono molto positive. Ora occorre prepararsi alle sfide del PNRR e per questo confidiamo che le regole sugli affidamenti non penalizzino qualità del progetto e concorrenza, nei limiti del possibile”.
Per il direttore della Ricerca, Stefano Fantacone, del Centro Europa Ricerche, “le dinamiche espansive rilevate dall’Indagine a livello settoriale devono essere messe in relazione con il forte miglioramento in atto per l’economia nazionale. Lo scenario di previsione elaborato dal CER misura per quest’anno una crescita del PIL pari al 5% e indica per il 2022 il pieno recupero delle perdite di prodotto determinate dalla recessione pandemica. Su questo scenario grava un rischio costi, che origina dalle tensioni che si registrano sui mercati delle materie prime, che non appaiono tuttavia anomali quando riportati all’intensità della ripresa mondiale in atto e per il momento non sembrano poter compromettere la stabilità inflazionistica di medio periodo.”