K metro 0 – Rouen – Essere disabili in Francia è a volte un vero e proprio percorso ad ostacoli, anche per trovare lavoro. Secondo i dati dell’Association de gestion du fonds pour l’insertion professionnelle des personnes handicapées (Agefiph), quasi una persona in cerca di lavoro su dieci è disabile. E quando finalmente essi riescono
K metro 0 – Rouen – Essere disabili in Francia è a volte un vero e proprio percorso ad ostacoli, anche per trovare lavoro. Secondo i dati dell’Association de gestion du fonds pour l’insertion professionnelle des personnes handicapées (Agefiph), quasi una persona in cerca di lavoro su dieci è disabile. E quando finalmente essi riescono a trovare lavoro, una volta su due si tratta di un contratto part-time. E così, il ristorante di Rouen “Le XXI” ha deciso di fare di questa situazione di disagio sociale la propria battaglia, impiegando 12 persone con sindrome di Down, disturbi cognitivi o disabilità intellettuali. Il bello è che la maggior parte di loro non ha un diploma legato alla ristorazione, ma Michel Heliot, uno dei due cuochi, è lì per formarli e supervisionarli: “E’ fondamentale che ci sia coesione tra loro e che abbiano fiducia in noi. Questa è una cucina dove non alziamo la voce o creiamo stress”. ll progetto è sostenuto dall’associazione Trisomie 21 di Seine-Maritime. Grazie alle sovvenzioni e agli stipendi presi in carico al 75% dallo Stato, Le XXI ha potuto nascere. Per mesi, tutta la squadra ha preparato insieme il menu, basato su prodotti freschi e locali tra 15 e 25 euro.
Insomma, un ambito formativo che dovrebbe soprattutto permettere loro di diventare professionalmente indipendenti. Mentre ognuno dei dipendenti ha difatti un contratto a tempo indeterminato, l’obiettivo è che alla fine i disabili possano trovare un lavoro in qualsiasi altro locale. Nel frattempo, è anche un modo per alcuni di loro per affrontare le sfide personali: “Mi piace cucinare, è quasi una passione”, dichiara entusiasta Gauthier Hauguel. Nei tre anni in cui è rimasta disoccupata, subito dopo aver ottenuto il CAP (certificato di formazione professionale) in cucina, Julie Vanhoutte ha sfidato se stessa passando alla sala da pranzo: “Vado dai clienti e mi piace molto. Ero un po’ apprensiva, ma ora non lo sono più. E’ fantastico, è un’occasione d’oro lavorare qui”.
Molto colpito dall’iniziativa transalpina è Giovanni Cafaro, presidente del Movimento Disabili Articolo 14 e candidato Sindaco a Milano con la lista civica indipendente Movimentiamoci Insieme. “Vedo che il cambiamento culturale in Francia ed in altri Paesi è in atto, cioè il considerare le persone disabili un valore aggiunto; sarei davvero felice se questo esempio potesse essere preso in considerazione anche da noi, ma temo che ci vorrà ancora del tempo”. Con la sua associazione che si occupa di inserire nel mondo del lavoro le persone diversamente abili, Cafaro ha portato avanti difatti diverse iniziative e battaglie proprio per sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica e incrementare le assunzioni dei disabili sia nelle aziende sia negli enti pubblici. “Ma c è ancora tanto da fare visto che in Italia su quasi 5 milioni di disabili solo il 30 % di loro ha un lavoro – ha spiegato -. Come candidato Sindaco al Comune di Milano ho messo però al primo punto il tema del lavoro per disabili e disoccupati, perché si possono creare migliaia di posti di lavoro utilizzando le sanzioni economiche pagate da aziende ed enti pubblici economici in caso di non assunzione di disabili”.
Foto FB_Trisomie 21 Seine-Maritime Rouen