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Austria: la Camera dei rappresentanti adotta un pacchetto antiterrorismo

Austria: la Camera dei rappresentanti adotta un pacchetto antiterrorismo

K metro 0 – Vienna – Il Nationalrat (la Camera dei rappresentati del parlamento austriaco) ha approvato mercoledì un pacchetto di misure antiterrorismo in risposta all’attentato di Vienna dello scorso novembre. Il 2 novembre del 2020, un attacco terroristico di matrice islamica venne sferrato verso le otto di sera in pieno centro storico. Un attacco

K metro 0 – Vienna – Il Nationalrat (la Camera dei rappresentati del parlamento austriaco) ha approvato mercoledì un pacchetto di misure antiterrorismo in risposta all’attentato di Vienna dello scorso novembre.

Il 2 novembre del 2020, un attacco terroristico di matrice islamica venne sferrato verso le otto di sera in pieno centro storico. Un attacco pianificato e coordinato in sei diversi punti della Innere Stadt, il cuore di Vienna, concluso con 4 morti e 22 feriti.

Prima ancora, a fine aprile 2020, il palazzo presidenziale fu evacuato per due ore per un allarme bomba che poi si rivelò falso.

Due precedenti che avevano spinto il ministero degli Interni, agli inizi di giugno di quest’anno, a proporre la chiusura al traffico di Ballhausplatz, sede della Cancelleria e della presidenza della Repubblica (vedi Kmetro0, notizia del 3 giugno 2021, “Ballhausplatz potrebbe essere chiusa per motivi di sicurezza”).

Le nuove misure antiterrorismo adottate dal Nationalrat sono state criticate dall’FPÖ, (il Partito della libertà austriaco, nazionalista e di destra populista) perché non abbastanza severe. Ma anche l’SPÖ (il Partito socialdemocratico) e il Neos (il partito neoliberale della Nuova Austria) hanno preso le distanze.

Tra le varie misure si prevede un’intensificazione delle riunioni tecniche dedicate a temi specifici e l’applicazione di un braccialetto alla caviglia in caso di rilascio con la condizionale dei condannati per atti di terrorismo.

Il pacchetto prevede anche sanzioni per reati “a sfondo religioso”, che hanno sollevato forti obiezioni da parte dei libertari come Neos.

Le misure previste dal pacchetto antiterrorismo sono inasprite dopo una liberazione condizionale. In seguito, si potranno prendere provvedimenti per incoraggiare i perpetratori di azioni violente a prendere le distanze da un ambiente che ha contribuito alla loro radicalizzazione, come i movimenti salafiti estremisti e le case di preghiera. Ma anche attività all’interno di circoli giovanili potranno essere vietate.

Riguardo alle cavigliere elettroniche per tenere sotto controllo le persone rilasciate con la condizionale, il responsabile del settore sicurezza dell’ FPÖ, Hannes Amesbauer, ha obiettato che probabilmente si può anche commettere un atto di terrorismo con un braccialetto alla caviglia.

Le conferenze tematiche specifiche dovrebbero servire a valutare il comportamento dei trasgressori durante la sorveglianza giudiziaria: questo punto era particolarmente importante per la responsabile del settore giustizia dei Verdi, Agnes Sirkka Prammer.

Il suo collega del gruppo parlamentare Georg Bürstmayr ha definito il disegno di legge una “prudente reazione costituzionale al fenomeno del terrorismo”. Ma al tempo stesso ha sottolineato che i musulmani sono parte della storia del Paese: “Ci uniremo contro chi vuole distruggere questa comunità”.

Le rappresentanze musulmane respingono in linea di massima il pacchetto e si vedono attaccate personalmente. Perché è prescritto, ad esempio, di procedere a una sorta di schedatura degli imam. Inoltre, la comunità religiosa è espressamente obbligata per legge a tenere un elenco di tutte le istituzioni che ne fanno parte. E si prospetta un ampliamento delle possibilità di chiudere luoghi di culto e adottare provvedimenti per “prosciugare i flussi finanziari a sostegno del terrorismo”.

Per potere procedere contro coloro che non sono terroristi, ma creano loro il terreno fertile sarà istituito il “reato di Islam politico”. Prevista anche l’istituzione di una apposita procura antiterrorismo.

Si stima che attualmente in Austria risiedano circa 300 foreign fighters, inclusi quelli che si apprestavano a partire.

Il vice-capo dell’SPÖ, Jörg Leichtfried, ha avuto la sensazione che non sia stata in qualche modo rispettata la parità di trattamento delle religioni.

Il ministro degli Interni, Karl Nehammer (ÖVP, partito popolare demoscatico-cristiano) ha giustificato questo con il fatto che l’Islam politico è stato un flagello per l’Austria e la convivenza nel paese.

Ma c’è anche una minaccia estremista di destra. Nehammer ha fatto riferimento al divieto di simboli identitari, fortemente criticato da Dagmar Belakowitsch dell’ FPÖ.

Il capo dell’ FPÖ, Herbert Kickl, ha difeso, in un lungo intervento parlamentare le identità di organizzazioni di destra e ha parlato di “atto arbitrario”. Ma il vicecancelliere verde Werner Kogler ha detto che il giro di vite contro il terrorismo riguarda tutti gli estremisti che “vogliono dividere e destabilizzare” il paese. E quindi anche i neonazisti.

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