K metro 0 – Napoli – “Senza ambiguità: noi vogliamo difendere 37mila uomini e donne che nelle carceri ogni giorno svolgono il proprio lavoro con sacrificio e nel pieno rispetto della legalità. Per questo – senza se e senza ma – condanniamo l’operato di quanti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si sono macchiati
K metro 0 – Napoli – “Senza ambiguità: noi vogliamo difendere 37mila uomini e donne che nelle carceri ogni giorno svolgono il proprio lavoro con sacrificio e nel pieno rispetto della legalità. Per questo – senza se e senza ma – condanniamo l’operato di quanti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si sono macchiati di reati gravi ed hanno macchiato la divisa e l’onorabilità e la credibilità dei colleghi”. E’ il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “il sindacato di Polizia Penitenziaria è in prima linea in difesa del Corpo che, mai come in questa occasione, non ha alcun bisogno di “difensori interessati” e che intende aprire gli occhi al Ministro Cartabia e alle istituzioni del nostro Paese sui rischi di strumentalizzazione di questa vicenda che potrebbero dar vita a atti di ribellione all’interno degli istituti penitenziari. Gli istigatori potrebbero essere le stesse menti che hanno mosso le rivolte del 2020.
Intanto si metta fine alla spettacolarizzazione dei fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere che non è di alcuna utilità e tanto meno per la tutela della dignità di agenti e detenuti che resta la cosa più importante da fare. Noi non vogliamo che nulla sia nascosto ma spetta ai magistrati che conducono l’inchiesta visionare il materiale video diventato uno scoop giornalistico e ripetiamo che è nostro obiettivo quello di garantire che i colleghi in carcere o colpiti da provvedimenti giudiziari possano difendersi come qualunque cittadino italiano, rifuggendo da gogna e giudizi sommari.
Riconosciamo l’equilibrio del Ministro Cartabia che senza cedere di un millimetro alla necessaria fermezza – dice il segretario S.PP. – ha nuovamente voluto evidenziare l’alta funzione assegnata al corpo di polizia penitenziaria, “sempre in prima fila nella fondamentale missione, svolta ogni giorno con dedizione da migliaia di agenti, di contribuire alla rieducazione del condannato”. Sono parole che sostengono il nostro rinnovato impegnoperché se il sistema carcerario non funziona nel nostro Paese non è certo a causa di rivolte di detenuti o di fatti come quelli di Santa Maria Capua Vetere che sono solo la spia di un profondo malessere che ha antiche motivazioni chiaramente individuabili.