K metro 0 – Roma – Al centro di Roma, negli antichi spazi restaurati del Campo Boario (ex- Mattatoio) di Testaccio, 3.500 metri quadri, risistemati negli ultimi anni dopo lungo degrado, oggi sono dedicati alla promozione dell’altra economia (con spazi per esposizione, vendita, incontri): cioè agricoltura biologica e sociale, commercio equo e solidale, energie rinnovabili
K metro 0 – Roma – Al centro di Roma, negli antichi spazi restaurati del Campo Boario (ex- Mattatoio) di Testaccio, 3.500 metri quadri, risistemati negli ultimi anni dopo lungo degrado, oggi sono dedicati alla promozione dell’altra economia (con spazi per esposizione, vendita, incontri): cioè agricoltura biologica e sociale, commercio equo e solidale, energie rinnovabili e bioedilizia, riuso e riciclo, ecc…
Questo complesso ha ospitato ultimamente con successo la I edizione di “Art & Food – Assaporare l’arte”, organizzata dallo IED, Istituto Europeo di Design di Roma, patrocinata da Comune e Regione Lazio e sponsorizzata da vari operatori economici: un evento di cui arte e cibo son stati i protagonisti, dimostrando la forte vicinanza di cucina e arte, 2 discipline che spesso si son reciprocamente influenzate.
L’ iniziativa prevedeva l’esposizione di opere accompagnate appunto da piatti realizzati da chef di fama internazionale e ispirati ai dipinti. Al percorso artistico – gastronomico han partecipato Mauro Pallotta, in arte MAUPAL, artista freelancer di street art (che ha effettuato una performance in diretta), e altri nomi emergenti dell’arte come Andrea Mulas, Silvia Struglia, Alice Lacione, Dominga Pascali.
“Proprio ispirandosi alle mie opere”, precisa Dominga Pascali, artista pugliese (di Calimera, nel Leccese, ma trapiantata a Roma), “e precisamente a “Il potere dell’amore n. 2 “ e “Libertà: mancanza di impedimenti”, lo chef perugino Michele Pidone, insegnante presso la Chef Academy di Terni, ha realizzato 400 “finger food”, fatti poi degustare ai presenti”. Ma chi è, Dominga Pascali (“solo omonima, non discendente del grande Pino Pascali”, precisa scherzando la pittrice)? E’ una giovane, poliedrica artista, nella vita anzitutto architetto, iniziata a interessarsi all’arte sin da bambina. China, acquerello, pastelli a cera e ad olio, carboncino, olio su tavola: un percorso multiforme che la conduce a Firenze, dove appunto si laurea in Architettura.
Un artista che ha attraversato fasi espressive tra loro assai diverse: da un iniziale naturalismo (con paesaggi e nature morte) basato su un forte uso del colore, alla realizzazione di quadri più enigmatici, quasi “ideogrammi” (con vaghe influenze appunto degli ideogrammi orientali) e, poi, “fotogrammi”. Sino all’ultima, attuale fase, “trasformista”, che rielabora questi stili diversi: al centro di tutta questa produzione, i grandi temi dello spazio urbano (il luogo, in senso anche ideale, dove la Pascali vede maggiormente l’incontro tra la natura umana e il razionalismo rinascimentale e cartesiano) e del rapporto uomo – donna. Costante anche il richiamo a grandi artisti del ‘900 come Kandinsky, Klee, Klimt, Modrian (e, aggiungiamo, un po’ anche Pino Pascali, diremmo).
Dal 2004 – ‘05 a Roma, quest’artista ha ricevuto Premi come il terzo posto ex – aequo al Concorso “Barcellona” organizzato da Blupoint nel 2005, e il diploma d’onore al Premio “Città di New York” nel 2015. Tra le personali che l’han vista protagonista, importanti specialmente quelle del 2012- 2013 a Roma, al Circolo degli Artisti e (con l’organizzazione di Zétema) al Centro culturale “Gabriella Ferri”; tra le collettive, quelle del 2019, sempre a Roma, “Visitatori indecorosi” (alla Galleria Ospizio dei Giovani artisti) e alla Galleria “Calidarium”.