K metro 0 – New York – Il virologo più famoso del mondo ha mentito sull’origine del coronavirus? Il forte sospetto è alimentato dalle migliaia di mail che lo riguardano ottenute all’inizio della settimana dai notiziari di alcuni dei media Usa più influenti come CNN, BuzzFeed e The Washington Post. In particolare, un’e-mail inviata a
K metro 0 – New York – Il virologo più famoso del mondo ha mentito sull’origine del coronavirus? Il forte sospetto è alimentato dalle migliaia di mail che lo riguardano ottenute all’inizio della settimana dai notiziari di alcuni dei media Usa più influenti come CNN, BuzzFeed e The Washington Post. In particolare, un’e-mail inviata a Fauci lo scorso aprile da Peter Daszak, fondatore di EcoHealth Alliance – l’organizzazione no profit globale che il virologo ha contribuito a finanziare alcune ricerche presso il Wuhan Institute of Virology cinese- lo ringrazia per aver affermato pubblicamente che le prove scientifiche supportano un’origine naturale per il Covid 19 e non che sia fuoriuscito dal laboratorio. Le origini del virus rimangono difatti tuttora poco chiare, ma quella che era considerata fino a pochi giorni fa una teoria dei complottisti ora non può più essere accantonata.
In particolare, John Berman della CNN ha incalzato il virologo con alcune domande scomode: “Ci sono alcuni dei tuoi critici che dicono che questo dimostra che hai un rapporto troppo intimo con i responsabili del laboratorio di Wuhan”. “Cosa dici, non ha senso”, ha ribattuto Fauci. “Ho sempre detto, e lo dirò oggi a te, John, che credo ancora che l’origine più probabile sia il passaggio da una specie animale a un essere umano, ma non escludo ci possa essere un’altra ragione, che potrebbe essere stata una perdita di laboratorio”, ha chiarito Fauci a Berman, rivelandosi possibilista per la prima volta sull’origine artificiale del virus. “Credo che se guardi storicamente a ciò che accade nell’interfaccia uomo-animale, in effetti è più probabile che tu abbia a che fare con un salto di specie. Ma cerco sempre di allargare l’orizzonte delle mie vedute”.
In un’altra e-mail inviata a Fauci il 16 aprile, il direttore del NIH (National Institutes of Health), il genetista Francis Collins ha scritto che “la teoria della cospirazione prende slancio”, un riferimento evidente all’ipotesi della fuga dal laboratorio. Ma gran parte dell’email è stata oscurata e Fauci ha affermato di non ricordarne la sostanza. Berman ha anche citato un’e-mail del 5 febbraio 2020 che Fauci ha inviato a Sylvia Burwell, ex segretaria del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, in cui non raccomandava di indossare una maschera poiché stava viaggiando in un luogo a rischio contenuto. L’e-mail è stata inviata in un momento prima che il coronavirus fosse dichiarato pandemia e che il CDC consigliasse al pubblico di indossare maschere per protezione.
“Molte cose sono successe da allora. Se dovessi tornare indietro e rifare tutto da capo, diresti qualcosa di diverso? Te ne penti?” ha chiesto Berman a Fauci. “Siamo realisti – ha risposto – se guardi le informazioni scientifiche mentre si accumulano, e cosa sta succedendo a gennaio e febbraio, ciò che conosci come un fatto, come dati, ti guida nel comunicare ciò che dici alle persone e le tue politiche. Se si verificano a marzo, aprile, maggio, accumuli molte più informazioni e modifichi e adegui la tua opinione e la tua raccomandazione in base alla scienza attuale e ai dati attuali”, ha risposto Fauci a Berman. E ancora: “Se sapessimo allora che una notevole quantità di trasmissione era rappresentata da persone asintomatiche; se sapessimo che i dati mostrano che le maschere al di fuori di un ambiente ospedaliero funzionano effettivamente quando non lo sapevamo allora..”. ‘Faresti qualcosa di diverso se sapessi quello che sai ora”? ha concluso Berman. “Ovviamente sì” è stata la risposta.
Alla luce di quanto accaduto e di questa intervista, la reputazione di Anthony Fauci potrebbe essere ridimensionata. Insomma, sembra strano che abbia cambiato atteggiamento, o addirittura idea sull’origine del coronavirus. Stando ai suoi scambi di email in gennaio con il direttore del suo istituto, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), Fauci era stato informato del dubbio che il nuovo virus fosse stato manipolato in laboratorio, e che dunque fosse al corrente delle ricerche all’interno del laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan, dove venivano praticati esperimenti in cui un agente patogeno viene alterato per dargli nuove o aggiunte funzionalità, come la capacità di infettare gli esseri umani. Potrebbe averle indirettamente finanziate, attraverso il foraggiamento di un’organizzazione non-profit, la EcoHealth, appunto. Fauci, insomma, potrebbe aver coperto le responsabilità dei ricercatori di Wuhan, perché era responsabile, almeno indirettamente, delle ricerche che vi conducevano. Se il sospetto fosse suffragato, sarebbe il più grande scandalo nella gestione di questa pandemia.