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Bielorussia dopo il dirottamento del volo, scatena l’ira dell’Europa

Bielorussia dopo il dirottamento del volo, scatena l’ira dell’Europa

K metro 0 – Bruxelles – Un’altra patata bollente per l’Unione europea al vertice dei 27 capi di Stato e di governo di stasera. L’atterraggio forzato dell’aereo passeggeri Ryanair a Misnk di ieri, ha fatto scaturire nuove sanzioni continentali contro la Bielorussia del dittatore presidente Alexandr Lukashenko. Non che ci fosse bisogno di un dirottamento

K metro 0 – Bruxelles – Un’altra patata bollente per l’Unione europea al vertice dei 27 capi di Stato e di governo di stasera. L’atterraggio forzato dell’aereo passeggeri Ryanair a Misnk di ieri, ha fatto scaturire nuove sanzioni continentali contro la Bielorussia del dittatore presidente Alexandr Lukashenko. Non che ci fosse bisogno di un dirottamento aereo, in realtà; l’argomento era già all’ordine del giorno dell’incontro ufficiale.

L’Unione europea ha deciso lunedì di imporre sanzioni alla Bielorussia, incluso il divieto alle sue compagnie aeree di utilizzare lo spazio aereo e gli aeroporti del blocco di 27 nazioni. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha invitato la compagnia aerea KLM a non sorvolare lo spazio aereo dalla Bielorussia. Lo ha detto a Bruxelles prima dell’inizio di un vertice europeo. KLM non ha ancora risposto al consiglio del Primo Ministro. Non tollereremo che si possa provare a giocare alla roulette russa con le vite di civili innocenti“, ha detto il capo del Consiglio dell’UE Charles Michel, che ha presieduto il vertice.

Ricordiamo che un volo della compagnia irlandese Ryanair (dunque di uno stato europeo) volava da una capitale della Ue, Atene, a un’altra capitale europea, Vilnius, con 170 europei a bordo. La motivazione del dirottamento? I controllori di volo bielorussi hanno riferito ai piloti del volo di linea che si temeva lo scoppio di una bomba a bordo e hanno ordinato loro di atterrare nella capitale bielorussa. Episodio che ha già scatenato l’ira del ministero degli Esteri britannico Dominic Raab che ha considerato il gesto “sconsiderato e pericoloso” e un vero “attacco scioccante all’aviazione civile e al diritto internazionale”. Ha poi precisato che la Gran Bretagna non ha trovato nessuna prova a evidenza di questo ventilato attacco terroristico e ha chiesto l’immediato rilascio del giornalista dell’opposizione bielorussa Roman Protasevich, arrestato all’atterraggio del volo con “accuse false”. Nel mentre è già stato convocato l’ambasciatore della Bielorussia.

“Ferma condanna del regime di Lukashenko” è stata espressa dal segretario di Stato americano, Antony Blinken. In un tweet, Blinken ha affermato che dirottare un volo commerciale e arrestare un giornalista è un atto “sfrontato e scioccante”. Il segretario di Stato ha quindi chiesto “un’indagine internazionale” e annunciato che “ci stiamo coordinando con i nostri partner sui prossimi passi. Gli Stati Uniti sono con il popolo della Bielorussia”.

La maggior parte dei membri Ue ha condannato quanto accaduto il 23 maggio. Il Primo ministro polacco ha parlato apertamente di “terrorismo di Stato”, quello greco di “rapimento di Stato” e il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di “comportamenti assolutamente inaccettabili”. In vista nuove sanzioni, dunque, per la Bielorussia. Che, però, non hanno sortito finora grandi effetti deterrenti. Lukashenko da tempo rifiuta qualsiasi dialogo con l’Europa e ha fatto torturare e arrestare imperterrito finora manifestanti e giornalisti. Ammesso che nuove restrizioni siano efficaci, devono comunque essere approvate all’unanimità dai 27 capi di Stato e di governo. C’è poi un altro problema: l’economia di Lukashenko dipende in gran parte dagli aiuti della Russia. Finché Putin fornirà al dittatore energia a prezzi accessibili, forze di sicurezza e persino giornalisti fedeli al regione, l’Ue non potrà fare molto con azioni punitive contro la Bielorussia. E a questo punto la Ue si domanda come affrontare questa Russia autoritaria dopo che lo scorso marzo il rappresentante degli Affari esteri dell’Ue Josep Borrell si era lasciato trattare in pubblico dal ministro degli Esteri russo come uno scolaretto.


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