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Russia: Navalny nel tunnel della giustizia moscovita

Russia: Navalny nel tunnel della giustizia moscovita

K metro 0 – Mosca – Il tribunale di Mosca, ha rinviato la prima udienza nei confronti di Aleksey Navalny, di recente condannato a due anni e otto mesi di carcere, al 9 giugno dopo che l’accusa ha presentato nuovi documenti. L’obiettivo della Procura, è quello di dichiarare il dissidente russo e la sua Fondazione

K metro 0 – Mosca – Il tribunale di Mosca, ha rinviato la prima udienza nei confronti di Aleksey Navalny, di recente condannato a due anni e otto mesi di carcere, al 9 giugno dopo che l’accusa ha presentato nuovi documenti.

L’obiettivo della Procura, è quello di dichiarare il dissidente russo e la sua Fondazione Anti-Corruzione (FBK), come “estremista” con l’intento di voler destabilizzare la società sotto l’influenza di attori occidentali. Secondo i critici del Cremlino, le imputazioni sono di natura politica e segnerebbero una torsione autoritaria del regime. Tuttavia, definire l’intera organizzazione estremista vorrebbe dire estrometterla dalla vita politica per sempre, rendere non soltanto impossibile a qualcuno dei membri della Fbk di candidarsi, ma anche di avere una sede e ricevere finanziamenti esteri. Già da domani la Camera inizierà a discutere un disegno di legge che vieta ai membri di organizzazioni “estremiste” di essere eletti e anche, non sarà possibile a nessuno che ha avuto contatti con l’Fbk di candidarsi alle elezioni parlamentari di settembre. Se la sentenza dichiarerà Navalny un estremista vorrebbe dire mettere alla pari la sua organizzazione, compresi i sostenitori finanziari, con i membri del gruppo dello Stato Islamico e di Al-Qaeda e ciò vorrebbe dire lunghe pene detentive. Secondo Abbas Gallyamov, analista e politico indipendente, l’obiettivo di Putin è quello di “schiacciare” l’opposizione. Riferendosi poi alle autorità russe Gallyamov afferma, in una lunga intervista rilasciata all’Afp, che “Distruggendo l’opposizione, stanno distruggendo la loro stessa legittimità”.

Intanto già prima della decisione della corte di rinviare la prima udienza al 9 giugno, il servizio di monitoraggio finanziario russo Rosfinmonitoring ha aggiunto la rete politica di Navalny al suo database di organizzazioni terroristiche ed estremiste. Inoltre, i legislatori russi hanno anche proposto una legislazione che si applicherebbe retroattivamente e vieterebbe agli alleati di Navalny, ma anche a decine di migliaia di russi che hanno sostenuto il suo lavoro con donazioni, di partecipare alle elezioni parlamentari per diversi anni.

Recentemente, Mosca, ha lanciato un giro di vite sui media stranieri. Le autorità hanno preso di mira Radio e giornali indipendenti definendoli “agente straniero”. La “dottrina russa sulla sicurezza mediatica”, messa a punto dal Cremlino nel 2016, colpisce ancora. Allora furono le ONG per la difesa dei diritti umani ad essere bollate come “agenti stranieri”. Oggi lo sono anche i media indipendenti e critici politici.

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Admir Ceman
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