K metro 0 – Tel Aviv – Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha informato il gabinetto di sicurezza che Israele ha respinto proposte di cessate il fuoco arrivate da Hamas. Lo scrive Ynet News, aggiungendo che al gabinetto è stato chiesto di approvare piani di attacco per i prossimi giorni. Intanto, gli attacchi israelo-palestinesi si
K metro 0 – Tel Aviv – Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha informato il gabinetto di sicurezza che Israele ha respinto proposte di cessate il fuoco arrivate da Hamas. Lo scrive Ynet News, aggiungendo che al gabinetto è stato chiesto di approvare piani di attacco per i prossimi giorni. Intanto, gli attacchi israelo-palestinesi si sono intensificati nonostante gli appelli internazionali di entrambe le parti a esercitare moderazione.
Secondo i media, l’esercito chiede ai leader politici altro tempo per poter colpire Hamas in maniera decisiva prima del cessate il fuoco. “Israele non si sta preparando per un cessate il fuoco. Attualmente non c’è una data per la fine dell’operazione” nella Striscia di Gaza, ha affermato il ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz. Le forze israeliane, ha aggiunto citato dal Jerusalem Post, proseguiranno le operazioni a Gaza, “continueranno ad attaccare” fino a una “pace completa e a lungo termine”. E “solo quando raggiungeremo questo obiettivo – ha proseguito – potremo parlare di calma”. “Non accetteremo prediche da organizzazioni o istituzioni sul nostro diritto e dovere di proteggere i cittadini israeliani”.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato una intensificazione degli attacchi militari contro Gaza. Lo riferisce l’emittente televisiva Channel 12, secondo la quale si prevedono attacchi contro simboli di Hamas a Gaza, come il palazzo dove ha sede la tesoreria. La decisione significa che l’operazione contro Hamas potrebbe durare diversi giorni.
Intanto, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi UNRWA, ha condannato “con la massima fermezza” l’uccisione di quattro bambini il giorno precedente in un attacco aereo israeliano su Gaza.
L’UNRWA riferisce nella odierna dichiarazione, che i bambini – due fratelli e due cugini – sono stati uccisi vicino al campo profughi di Beit Hanoun. Dice che avevano meno di 12 anni e frequentavano le scuole del territorio sostenuto dall’agenzia. “I nostri cuori vanno alle loro famiglie e agli amici nelle comunità che sono state così crudelmente colpite da questa ultima escalation”.
La comunità internazionale ha espresso “profonda preoccupazione” per le violenze e ha chiesto alle autorità israeliane di fermare le operazioni in atto. Nulla sono valse le prese di posizione delle Nazioni unite, continuano imperterriti la politica di occupazione e l’atteggiamento coloniale divenuti un vero e proprio apartheid.
“Le forze di sicurezza israeliane devono esercitare la massima moderazione e calibrare il loro uso della forza. Mentre, il lancio indiscriminato di razzi e mortai verso i centri abitati israeliani è inaccettabile”, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric.
“La situazione è terribile”. Non usa mezzi termini suor Nabila Saleh, preside della ‘Rosary Sisters School’ di Tel el-Hawa, nel centro della Striscia di Gaza, per descrivere in un’intervista ad Aki-Adnkronos International le ore drammatiche che sta vivendo insieme ad altre due sorelle nel convento situato all’interno dell’istituto scolastico. La stessa scuola, che si trova “a pochi metri da una postazione militare di Hamas colpita in un raid”, ha riportato danni a porte, muri e finestre nell’ultimo bombardamento della mattina. E anche il sistema di pannelli solari che la alimenta è stato “gravemente danneggiato”.
All I can hear is children screaming & crying. Their fear. If this isn't terror, I don't know what is.
It's Eid ul Fitr, the end of the holy month of Ramadan. Kids should be celebrating, wearing new clothes, and receiving candy & gifts, not hiding from bombs, homeless. pic.twitter.com/CXtAkS2t4t
— Rashida Tlaib (@RashidaTlaib) May 12, 2021
Mentre, si dice ”sorpresa da una escalation così rapida” e oggi allo stesso tempo ”molto preoccupata” Giordana Tagliacozzo Treves, presidente della onlus Yedidei Beit Italia che dal 2011 vive a Tel Aviv. All’Adnkronos, nell’escalation tra Israele e Hamas, racconta di una notte insonne, quella appena trascorsa. Una notte caratterizzata dal lancio di razzi ”alle nove meno un quarto e poi ancora alle 3 di notte. Siamo stati svegli tutta la notte aspettando la sirena”. Treves racconta che ”ieri sera ci sono stati effettivamente 130 missili e siamo andati tutti nel rifugio. E’ una sensazione molto difficile da spiegare a chi non l’ha provata. Sembra un film invece è tutto vero”, spiega ad Adnkronos. ”E poi ci sono i bambini che bisogna cercare di tranquillizzare”.
L’escalation tra Israele e Gaza questa settimana ha portato all’uccisione di 65 palestinesi a Gaza, tra cui 16 bambini e cinque donne. Sette persone sono state uccise sul lato israeliano dal lancio di razzi da Gaza, tra cui un bambino di 6 anni e un soldato israeliano, il primo militare morto, in questo ultimo conflitto.