K metro 0 – Lisbona – Il tribunale penale centrale di Lisbona ha condannato i tre ispettori della SEF (il servizio di frontiera del Portogallo), accusati di aver picchiato a morte un cittadino ucraino nel 2020 all’aeroporto di Lisbona, a pene dai sette ai nove anni di carcere. Ihor Homeniuk, 40 anni, è morto il
K metro 0 – Lisbona – Il tribunale penale centrale di Lisbona ha condannato i tre ispettori della SEF (il servizio di frontiera del Portogallo), accusati di aver picchiato a morte un cittadino ucraino nel 2020 all’aeroporto di Lisbona, a pene dai sette ai nove anni di carcere.
Ihor Homeniuk, 40 anni, è morto il 12 marzo 2020 nella struttura di detenzione temporanea dell’aeroporto di Lisbona, due giorni dopo l’atterraggio in Portogallo. Era privo della giusta documentazione e aveva rifiutato di imbarcarsi su un volo di espulsione.
La condanna dei tre agenti arriva a neanche un mese di distanza dall’abolizione della SEF decisa dal governo portoghese il 14 marzo scorso, in seguito alle crescenti critiche alle autorità sull’incidente.
La morte di Homeniuk, avvenuta il 12 marzo 2020, aveva sollevato, uno tsunami politico, squarciando il velo sui numerosi abusi della SEF.
Il 16 dicembre del 2020, il ministro degli Interni, Eduardo Cabrita, aveva dichiarato in parlamento che il Portogallo “si vergogna” dell’omicidio del cittadino ucraino: un fatto che per un paese che è un riferimento nel mondo per il modo in cui accoglie i migranti e i rifugiati ci fa vergognare di questa circostanza”.
La giuria del tribunale centrale di Lisbona ha dimostrato che gli ispettori Duarte Laja, 48 anni, Luís Silva, 44 anni, e Bruno Sousa, 42 anni, hanno picchiato Homeniuk con pugni e calci, osservando che, contrariamente a quanto sostenuto dal pubblico ministero, non è stato accertato se questo sia avvenuto quando Homeniuk era ammanettato. E non è stato nemmeno provato che lo abbiamo pestato con un manganello.
Homeniuk fu rilasciato solo più di otto ore dopo, per essere quindi rianimato, senza successo.
Laja e Silva sono stati puniti con nove anni di carcere e Sousa con sette anni, tutti per lesioni aggravate dall’evento della morte. I tre agenti erano stati accusati dal pubblico ministero di omicidio premeditato, ma la giuria ha ritenuto che non avessero intenzione di uccidere. La pena massima per il reato di lesioni personali aggravate dall’evento della morte è di 16 anni, mentre per l’omicidio premeditato è di 25 anni.
Nella requisitoria finale, l’accusa aveva richiesto almeno 13 anni di carcere per Laja e Silva e almeno otto per Sousa, sostenendo che lui, in servizio da “pochi anni”, era stato “fortemente influenzato” dai suoi due colleghi.
Durante il processo, gli imputati hanno assicurato di non aver picchiato Ihor Homeniuk. E i loro avvocati faranno ricorso in appello, mentre gli imputati attenderanno il procedimento agli arresti domiciliari.