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Italia, Mattarella: Il 25 aprile “patrimonio di ideali e valori”

Italia, Mattarella: Il 25 aprile “patrimonio di ideali e valori”

K metro 0 – Adnkronos – Roma – “Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948″. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione

K metro 0 – Adnkronos – Roma – “Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948″. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale del 76esimomo anniversario della Liberazione.

Come di consueto questa mattina Mattarella ha reso omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro. Ad accompagnarlo i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico; del Consiglio, Mario Draghi; della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio; il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il capo di stato maggiore della difesa, Enzo Vecciarelli. Lo scorso anno, a causa del lockdown, la cerimonia non si svolse e il capo dello Stato si recò da solo all’Altare della Patria, per ricordare comunque l’anniversario. A concludere la celebrazione di questa mattina il passaggio delle Frecce Tricolori.

Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale“, ha poi aggiunto ricordando: “L’Italia –affrancatasi, con il sangue di migliaia di martiri, da vent’anni di dittatura e di oscurantismo– tornò a sedersi nel novero delle nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo la guerra sanguinaria in cui era precipitata con il fascismo. Le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui godiamo oggi, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipò al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne sentì estraneo, anche a chi lo combatté”.

“Allontanandoci sempre più nel tempo da quell’esperienza così decisiva, siamo in grado di comprendere, con le lenti della storia, cosa fu davvero la Resistenza e perché essa è diventata patrimonio di tutti; e premessa della rinascita democratica”, ha affermato poi Mattarella. “Quest’anno – ha quindi aggiunto – celebreremo anche i settantacinque anni della Repubblica. La Repubblica che ha avuto origine dalla Resistenza. Per molti anni, dopo la guerra, questa affermazione è stata ripetuta e ha accompagnato il processo di consolidamento della nostra democrazia. La Resistenza come laboratorio dove si sperimentò l’incontro e la collaborazione tra le grandi forze popolari, tra le diverse posizioni e culture politiche. La Resistenza come grande serbatoio di istanze morali”.

“E’ bene oggi chiedersi, dopo tanti anni, quale traccia sia rimasta di questa consapevolezza. Cosa significhi oggi, soprattutto per le generazioni più giovani, parlare di Resistenza. Ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l’orizzonte appare oscurato dall’angoscia, il futuro nascosto dall’incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia. Io credo -ha affermato ancora il Capo dello Stato- che questa traccia sia ancora ben presente e chiara”.

Il “patrimonio di ideali e valori” della Resistenza “ha continuato a parlarci a lungo e ci sostiene, oggi, nelle difficoltà del presente. Vorrei dire soprattutto ai giovani di oggi: il ricordo, la consapevolezza del dolore, dei sacrifici, dei tempi bui che, nel corso del tempo, abbiamo più volte attraversato, ieri come oggi, ci tengono uniti. Ci fanno riconoscere nel nostro comune destino. Quel ricordo è il cemento che tiene insieme la nostra comunità”, ha affermato ancora Mattarella. “Resistere -ha ricordato – allora significò combattere, rischiare di morire. Ma significò anche curare, accogliere perseguitati, testimoniare la propria umanità. Significò scrivere e parlare. Preparare con le idee nuove il tempo della libertà per tutti. Significò coraggio e speranza”.

Nel momento più buio e drammatico della nostra storia molti italiani, a prescindere dalle loro appartenenze politiche, culturali e religiose, risposero prima di tutto alla loro coscienza per opporsi alla violenza, alla dittatura, all’ingiustizia. In nome della libertà. Resistere fu anzitutto un’assunzione di responsabilità personale, talvolta pagata con la vita. Una disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità. Un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo. Questo – ha concluso Mattarella – è il lascito più vivo della Resistenza, il cui valore morale si è proiettato anche oltre il significato storico e politico di quella esperienza”.

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