K metro 0 – Bruxelles – Il successo delle criptovalute come i Bitcoin chiama in causa le banche centrali. Bisogna reagire per non perdere la sovranità sul denaro. Parola di Markus Brunnermeier, un esperto di valute digitali (professore di economia presso la Princeton University) che si occupa di macroeconomia e di mercati finanziari. Con un’attenzione
K metro 0 – Bruxelles – Il successo delle criptovalute come i Bitcoin chiama in causa le banche centrali. Bisogna reagire per non perdere la sovranità sul denaro.
Parola di Markus Brunnermeier, un esperto di valute digitali (professore di economia presso la Princeton University) che si occupa di macroeconomia e di mercati finanziari. Con un’attenzione particolare alle bolle finanziarie, alla liquidità e alla stabilità dei prezzi.
Un Bitcoin ora costa oltre $ 50.000 $. E un colosso americano come Tesla, specializzato nella produzione di auto elettriche e pannelli fotovoltaici, ha cominciato ad accettare i bitcoin come pagamento delle sue autovetture. Tesla non è la sola a scommettere sui bitcoin. Anche altri investitori finanziari, sempre più numerosi, lo fanno . E un tycoon come Elon Musk ha comunicato, all’inizio dello scorso febbraio, che la sua azienda aveva investito 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta.
E’ una bolla o a una seria alternativa di investimento? Prima di tutto, secondo Brunnermeier, è importante distinguere tra criptovalute come i Bitcoin e valute digitali come l’euro digitale.
I bitcoin sibasano sulla cosiddetta tecnologia blockchain, che utilizza una rete informatica che consente di gestire apertamente e in condivisione, dati e informazioni in modo decentralizzato, ovvero senza la necessità di un’entità centrale di controllo e di verifica.
Si tratta però di una tecnologia che ha alti costi di elettricità e non è in grado di gestire grandi volumi di transazioni. Le criptovalute, secondo il professore, sono concepibili come una forma di investimento, ma non produrranno mai dividendi o pagamenti di interessi e sono quindi una pura bolla speculativa.
Il dinamismo dimostrato dalle criptovalute ha richiamato la vigile attenzione delle banche centrali, soprattutto della Banca popolare cinese. Ma anche la Fed americana e la Bce stanno affrontando la questione. Cosa c’è dietro? Avremo presto un euro digitale?
La Banca popolare cinese, spiega Brsunnermeier, ha introdotto lo yuan digitale nelle ultime settimane dopo una fase pilota. Ogni cittadino può ora pagare con il proprio cellulare direttamente in ogni negozio e online. La Bce sta studiando l’euro digitale. Ci arriverà sicuramente tra qualche anno. Oltre al proprio conto corrente, i cittadini potrebbero avere così anche un conto presso la BCE.
Questo si spiega per due motivi: in primo luogo, le nostre vite stanno diventando sempre più digitali e l’uso del contante per le transazioni si sta riducendo. Di conseguenza, le banche centrali temono di perdere il loro contatto con i cittadini. E di non poter più controllare la macroeconomia con la loro politica dei tassi di interesse
In secondo luogo, le valute digitali private e quelle delle banche centrali estere si faranno strada sul mercato, con il rischio che possano sostituire le valute locali, in particolare per le transazioni di pagamento online. Questo rischio è particolarmente elevato per le economie emergenti più piccole.
Le criptovalute – oltre alla loro utilità economica per gli smart contract digitali – appaiono in effetti come un fenomeno di ribellione, di indipendenza dalla politica, dalle banche centrali, dal peso del debito e dalla stampa di cartamoneta.
Gli smart contract consentono di far dipendere, ad esempio, gli ordini di pagamento dalle condizioni metereologiche o da circostanze più complicate. Sono possibili anche pagamenti machine-to-machine, il che è importante, ad esempio, per l’Internet of Things.
Le criptovalute competeranno con la valuta ufficiale. Ed è per questo che l’euro dovrà stare al passo con i tempi e modernizzarsi.
Le valute digitali delle banche centrali sono quindi più una strategia di difesa del settore pubblico per garantire che la politica monetaria sia condotta per il bene comune.
Brunnermeier è un critico delle grandi piattaforme Internet con i loro sistemi valutari e di pagamento chiusi. Ma non per questo è contrario ad esse. Per esempio, le offerte di Alibaba o di Tencent hanno molti vantaggi pratici per i clienti. Come tutte le innovazioni, però, i rischi devono essere compresi e ridotti. È importante che ci sia una moneta unica e che la politica monetaria sia fatta a beneficio della popolazione in generale e non per la massimizzazione del profitto delle grandi società.