K metro 0 – Roma – Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, durante la sua terza conferenza stampa, ha fatto il punto della situazione sulla campagna vaccinale dopo il caso AstraZeneca: “La disponibilità dei vaccini non è calata, i numeri sono tornati a livelli precedenti Pasqua, – riporta l’Adnkronos. – “Non ho dubbi sul
K metro 0 – Roma – Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, durante la sua terza conferenza stampa, ha fatto il punto della situazione sulla campagna vaccinale dopo il caso AstraZeneca: “La disponibilità dei vaccini non è calata, i numeri sono tornati a livelli precedenti Pasqua, – riporta l’Adnkronos. – “Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti, quello che occorre è concentrarsi su questa fascia d’età”, sottolinea riferendosi agli over 75.
Per quanto riguarda l’ipotesi di anticipare alcune aperture rispetto alla scadenza del 30 aprile, Draghi spiega: “Ho visto Salvini, ho visto i presidenti delle Regioni ma anche dei Comuni, e questa mattina ho visto anche Bersani. Tutti chiedono aperture ed è normale chiederle, perché la miglior forma di sostegno non è quella che dà il governo ma sono le riaperture”.
Sulla “collaborazione tra governo e Regioni, oggi c’è stato un primo incontro su Pnrr, ma sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione che c’è” tangibile “anche sulla campagna di vaccinazione”. Sui ritardi, “non si possono addossare responsabilità a una parte sola”, gli “eventi sono complicati, ora siamo arrivati ad una fase in cui c’è la consapevolezza della necessità di vaccinare le persone più esposte: non è solo un dovere ma è un interesse delle Regioni, perché possono riaprire le loro economie al più presto. Qui non esistono Stato, Regioni, siamo noi”.
Nella campagna vaccinale “ci sono Regioni più avanzate, ci sono molte diversità, insospettabili, questo dovrà influenzare le riaperture. Nelle Regioni più avanti sarà più semplice aprire. In tutto c’è la volontà mia e del governo di vedere le prossime settimane come settimane di riaperture e non di chiusure. Ma in sicurezza, a cominciare dalle scuole”.
Poi aggiunge: “Le riaperture dovranno esserci ma non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni ma questo dipende dall’andamento dei contagi. Questo è un dato certamente, poi ce ne sono anche altri come l’andamento delle vaccinazioni delle classi a rischio”.
“La data del 30 aprile – spiega – è quella della scadenza del periodo previsto nell’ultimo decreto, dove si dice anche che qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità si possono riconsiderare le cose anche prima di quella data. Il governo sta lavorando su tutto questo”.
Per quel che riguarda il nuovo scostamento di bilancio, “il ministro Franco presenterà prima il Def, dove viene definito lo scostamento, il Parlamento dovrà votare e poi presenteremo il decreto” che “conterrà entrambe” le cose, ristori e misure economiche per la ripartenza, e “la disponibilità sarà più grande di quella passata” dice Draghi.
“Il ministro Garavaglia ha indicato il 2 giugno per la riapertura del settore turistico? Speriamo, magari anche prima, chi lo sa – risponde il premier -. La cosa importante è prepararsi alla stagione turistica e non darla per abbandonata”. Le località turistiche italiane hanno già registrato prenotazioni, “ma sono prenotazione degli italiani, mancano gli stranieri” il che “colpisce soprattutto le città d’arte. Bisogna fare come altri Paesi, pronti ad accogliere tutti i turisti che hanno un certificato vaccinale”. “L’Italia ha molto da imparare su questo, Grecia e Spagna già hanno annunciato” che consentiranno agli stranieri vaccinati di soggiornare: “Noi lo dobbiamo fare e subito, la stagione turistica è già domani”. Draghi rimarca anche la necessità di accelerare sulla “riapertura di fiere ed eventi, su questo bisogna andare avanti svelti”.