K metro 0 – Naypyidaw – Le forze di sicurezza birmane hanno intensificato l’uso della forza contro i manifestanti, nonostante gli appelli internazionali alla moderazione. Il numero delle vittime sta aumentando in maniera drastica, riferisce l’AAPP, un gruppo di monitoraggio locale. Negli ultimi giorni, la situazione si è ulteriormente aggravata, polizia e militari, con repressioni
K metro 0 – Naypyidaw – Le forze di sicurezza birmane hanno intensificato l’uso della forza contro i manifestanti, nonostante gli appelli internazionali alla moderazione. Il numero delle vittime sta aumentando in maniera drastica, riferisce l’AAPP, un gruppo di monitoraggio locale.
Negli ultimi giorni, la situazione si è ulteriormente aggravata, polizia e militari, con repressioni quasi quotidiane, usano gas lacrimogeni, proiettili di gomma e proiettili vivi per domare la folla. Mentre il blocco notturno della rete internet continua, per impedire ai manifestanti di mobilitarsi. Chiunque viene arrestato deve affrontare un processo da parte di un tribunale militare, con pene che vanno dai tre anni di lavori forzati all’esecuzione.
Intanto, il bilancio delle vittime è arrivato a 183. “Lunedì, in diverse città, abbiamo assistito a nuove violenze da parte delle forze di sicurezza lasciando almeno 20 morti”, riferisce l’Associazione di assistenza per prigionieri politici (AAPP), un gruppo di monitoraggio locale.
Le manifestazioni contro il colpo di stato si svolgono ininterrottamente dal primo di febbraio nella capitale e nelle maggiori città del Myanmar. Oltre il 70% dei dipendenti pubblici, compresi gli operatori sanitari, ha aderito alla campagna di disobbedienza civile alle autorità, lasciando i posti di lavoro. La giunta militare ha imposto legge marziale in varie zone del Paese.
L’esercito del Myanmar ha anche arrestato un funzionario di Open Society Myanmar, una fondazione legata al filantropo miliardario George Soros e ha detto che le truppe stanno cercando altri 11 dipendenti sospettati di aver dato fondi agli oppositori del colpo di stato.
Il World Food Programme, intanto, ha lanciato l’allarme sul drastico aumento dei prezzi di cibo e benzina dopo il golpe, avvertendo che potrebbe aggravare la situazione delle fasce deboli della popolazione.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha esortato la comunità internazionale a lavorare per porre fine alla violenza.
Nel frattempo, Taiwan ha avvertito lunedì che almeno 32 fabbriche taiwanesi operante in Myanmar sono stati coinvolti nei disordini e subiscono una “situazione altamente rischiosa”, riporta Focus Taiwan.
“Secondo le informazioni ricevute dall’OCAC il giorno prima, la situazione è peggiorata e alcune aziende taiwanesi sono state colpite”, ha detto ai giornalisti il ministro del Consiglio per gli affari della comunità di Taiwan, Tung Chen-yuan, secondo quanto riportato dal sito di notizie di Focus Taiwan.
Foto -AAPP