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“Le lotte e l’utopia 1968-1970”. L’AAMOD dedica un volume al cinema politico italiano

“Le lotte e l’utopia 1968-1970”. L’AAMOD dedica un volume al cinema politico italiano

K metro 0 – Roma – Un secondo “biennio rosso”, dopo il primo, storico, del 1919- ’20. Così Vincenzo Vita, parlamentare (presidente, tra l’altro, dell’Associazione per l’amicizia Italia-Palestina) definisce gli anni 1968- ’69. Della contestazione studentesca e dell’”Autunno caldo, aperti dalle occupazioni della “Sapienza” e di altri Atenei e chiusi, a Dicembre 1969, dai tragici

K metro 0 – Roma – Un secondo “biennio rosso”, dopo il primo, storico, del 1919- ’20. Così Vincenzo Vita, parlamentare (presidente, tra l’altro, dell’Associazione per l’amicizia Italia-Palestina) definisce gli anni 1968- ’69. Della contestazione studentesca e dell’”Autunno caldo, aperti dalle occupazioni della “Sapienza” e di altri Atenei e chiusi, a Dicembre 1969, dai tragici attentati di Milano (le bombe alla BNA di Piazza Fontana) e Roma (le bombe a una sede BNL e all’Altare della Patria).

Lo fa, Vincenzo Vita, nella prefazione a “Le lotte e l’utopia 1968-1970 – Il progetto e le forme di un cinema politico”: fascicolo n. 21 (2021) degli “Annali” dell’ AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e democratico, l’ente (con sede a Via Ostiense) che, costituito in fondazione con DPR del 13 febbraio 1985, svolge un importante lavoro di conservazione e ricerca sulle piu’ varie testimonianze audiovisive (documentari, film, trasmissioni tv, registrazioni, ecc…) del movimento operaio, sindacale e della sinistra politicamente organizzata. Un fascicolo che vuole soprattutto focalizzare la stagione (iniziata nei primi anni ’60 e, ovviamente, mai conclusa) del cinema italiano su temi politico-sociali: con particolare attenzione all’opera di registi come Bellocchio, Bertolucci, Pasolini, Ferreri, Petri, i due Taviani, Lizzani, Maselli e tanti altri. Questo, raccogliendo soprattutto gli Atti di due importanti convegni e giornate di studio, organizzati dall’ AAMOD, in collaborazione con l’Istituto Gramsci, rispettivamente nel 2018 (sui 50 anni del ’68) e nel 2019 (sui 50 anni dell’“Autunno caldo”).

Roma e Milano, effettivamente, occupano posti di primo piano nelle ambientazioni di diversi “cult-movie” di quegli anni. L’Urbe, infatti, campeggia in opere come “Uccellacci e uccellini” (1965), di Pier Paolo Pasolini (storiche sia le sequenze nelle borgate che l’incontro di Toto’ e Ninetto con la storia, simboleggiata dalla folla oceanica ai funerali di Palmiro Togliatti ad agosto del ’64, fra Termini e San Giovanni) e “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, col Ghetto ebraico e il Pantheon sfondo ai perversi itinerari del “commissario” Volontè. Mentre è sempre Roma (ma potrebbe essere, in effetti, una qualsiasi megalopoli anni ’70) lo sfondo de “La torta in cielo” (1969-‘72), apologo – tra Gianni Rodari, autore del racconto da cui il film è tratto, e ancora Pasolini – sui lati grotteschi del potere (che ha paura di un gigantesco UFO svolazzante nel cielo di Roma, e che poi si rivela una gigantesca torta…). Ma è Milano, invece, col suo centro storico, l’ambientazione di due altri film, tra loro molto diversi, come “I cannibali”, di Liliana Cavani (rilettura moderna dell’”Antigone” di Sofocle, pensando anche al Ray Bradbury di “Fahreneit 451”) e “Sbatti il mostro in prima pagina”, di Marco Bellocchio (1972, ambientato nella Milano del dopo Piazza Fontana, con ancora Volontè “direttore d’assalto” d’un quotidiano alla “Corriere della Sera”). Mentre le cronache tv di quegli anni indagano un po’ su tutto il Paese: non solo sul Nord principale scenario dell’Autunno caldo, ma anche sul Sud sempre percorso da forti lotte sociali (ad Avola, in Sicilia, a Dicembre del ’68, durante uno sciopero dei contadini per l’abolizione delle inique “gabbie salariali”, la polizia perde la testa, e arriva a sparare e uccidere).

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