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Polonia: maxi campagne pubblicitarie a favore della famiglia

Polonia: maxi campagne pubblicitarie a favore della famiglia

K metro 0 – Varsavia – Gli abitanti di Varsavia e delle più grandi città della Polonia non potevano non notare i grandi cartelloni scritti in rosso su fondo bianco con la scritta “Mamma e papà vogliatevi bene”. Fanno parte della campagna pubblicitaria per “contrastare la mentalità divorzista che costituisce la negazione delle promesse matrimoniali”.

K metro 0 – Varsavia – Gli abitanti di Varsavia e delle più grandi città della Polonia non potevano non notare i grandi cartelloni scritti in rosso su fondo bianco con la scritta “Mamma e papà vogliatevi bene”. Fanno parte della campagna pubblicitaria per “contrastare la mentalità divorzista che costituisce la negazione delle promesse matrimoniali”. Inaugurata recentemente dalla Comunità Sychar, un’istituzione a sostegno degli sposi, la campagna si rivolge alle coppie in difficoltà, che desiderano mantenere fede alle promesse matrimoniali, come riporta l’agenzia d’informazione Sir.

Nella sola Varsavia sono stati istallati 26 cartelloni nei punti più affollati e più trafficati della città, per dare la possibilità al messaggio di raggiungere il maggior numero di persone. “I cartelloni sono così numerosi perché a Varsavia la percentuale dei divorzi è particolarmente alta”, ha dichiarato Andrzey Szczepaniak, uno dei fondatori di Sychar. Nella capitale polacca nel 2019 i divorzi sono stati 3418 su 6130 matrimoni. In Polonia la Sychar, fondata nel 2003, conta sessantuno centri ed è presente anche in Germania, Austria, Ucraina, Stati Uniti e Italia.

La Polonia non è nuova a questo genere di campagne pubblicitarie. Sempre recentemente più di mille cartelloni sono apparsi in molte città del Paese in favore della vita. E’ un’iniziativa promossa dalle forze pro-life per far sentire la loro voce nel dibattito pubblico sull’aborto. Il 22 ottobre scorso il Tribunale costituzionale polacco, ha dichiarato illegittimo l’aborto selettivo per la disabilità del bambino, mantenendolo legale in caso di stupro, incesto, pedofilia e soprattutto di pericolo per la salute o la vita della madre.

L’arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca dal marzo 2014, ha apprezzato la decisione della Corte, perché conferma che “il concetto di vita non degna di essere vissuta” è in contraddizione con il principio di uno stato di diritto democratico, riferisce Vatican News. Papa Francesco in un tweet ha riaffermato l’impegno di ogni cristiano per la difesa di ogni vita umana e la tutela di questo dono prezioso.

La sentenza ha scatenato la protesta di migliaia di persone, che sono scese nelle strade di Varsavia per esprimere il loro dissenso contro l’entrata in vigore della sentenza. Per Evelyn Regner, presidente della Commissione per i diritti della donna e per l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo: “Il divieto de facto di aborto promosso dal governo polacco interferisce direttamente con l’autonomia e l’integrità fisica delle donne. E’ un attacco ai diritti umani e fondamentali e dovrebbe essere impensabile in una democrazia liberale nel 2021. La normativa polacca spinge le donne ad agire illegalmente e mette a rischio la vita”, ha ribadito la Regner. In Polonia nel 2019, 1074 dei 1100 aborti ha avuto come causa la malformazione dei feti.

Anche il presidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, Juan Fernando Lopez Aguilar ha condannato la nuova legge di Varsavia. “Il diritto della donna di prendere decisioni sulla propria gravidanza senza essere perseguita penalmente non dovrebbe essere incostituzionale in qualsiasi Paese dell’Unione europea”.

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