K metro 0 – Pristina – Il Movimento di Albin Kurti (Vetëvendosje – Partito Nazionalista di sinistra) ha vinto le elezioni parlamentari del 14 febbraio scorso in del Kosovo. “Questo è stato un referendum per la giustizia e contro la corruzione”, ha detto Kurti in una conferenza stampa dopo la vittoria elettorale e ha aggiunto
K metro 0 – Pristina – Il Movimento di Albin Kurti (Vetëvendosje – Partito Nazionalista di sinistra) ha vinto le elezioni parlamentari del 14 febbraio scorso in del Kosovo.
“Questo è stato un referendum per la giustizia e contro la corruzione”, ha detto Kurti in una conferenza stampa dopo la vittoria elettorale e ha aggiunto che le elezioni sono state “senza precedenti nel Kosovo del dopoguerra e che il paese è in crisi e quindi tutti devono assumersi delle responsabilità affinché il Kosovo diventi un paese in cui le persone possono vivere serenamente”.
Il vincitore Kurti non ha comunque la maggioranza assoluta dei seggi e dovrà cercare in parlamento almeno un alleato. DPK ha fatto sapere che non farà parte del futuro governo. Il leader dell’AAK ed ex primo ministro del Kosovo Ramush Haradinaj ha espresso disponibilità per una coalizione con il Movimento di autodeterminazione. In sintesi, Kurti dovrà formare una coalizione con almeno un partito oltre al suo al fine di assicurarsi 61 seggi nell’Assemblea del Kosovo che conta 120 parlamentari. Nel contempo Goran Rakić, leader della lista serba, ha definito il sostegno di oltre il 70% degli elettori nell’area a maggioranza serba, una vittoria di “unità serba’’.
L’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, e il Commissario UE per l’Allargamento, Olivér Varhelyi, hanno subito sottolineando che “l’UE continuerà a collaborare con le autorità per sostenere il Paese nel raggiungimento di progressi tangibili lungo il percorso europeo”, che passa attraverso “riforme” strutturali e cooperazione regionale’’.
“L’UE ha dispiegato una missione di esperti elettorali che rimarrà in Kosovo per seguire le procedure post-elettorali e formulare raccomandazioni”, hanno aggiunto Borrell e Varhelyi, precisando che l’integrazione europea di Pristina “passa anche dalla normalizzazione delle relazioni “con la Serbia”. Per questo, Bruxelles confida che le nuove autorità kosovare ‘’collaborino in modo costruttivo nell’ottica del proseguimento degli incontri del dialogo mediato dall’Ue e colgano l’opportunità che hanno per raggiungere un accordo globale”.
Anche la NATO, con l’Italia in prima linea, continua con le forze impegnate nella missione KFOR dando il suo sostegno alla democrazia kosovara.
Importante è mettere in evidenza che dallo scorso 6 settembre 2013 il nostro Paese ha assunto il comando dell’intera missione KFOR. L’attuale Comandante di KFOR è il Generale di Divisione dell’Esercito Franco Federici. Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 628 militari, 204 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo.
Per quanto riguarda il futuro del dialogo Belgrado-Pristina il rappresentante speciale dell’UE per il dialogo Belgrado-Pristina Miroslav Lajčák, ha valutato che le elezioni parlamentari in Kosovo hanno mostrato la maturità di tutti gli attori e delle istituzioni kosovare e ha affermato che si aspetta una cooperazione con il futuro governo di Pristina. Quanto precede nonostante che, Kurti abbia affermato che il dialogo non sarà una delle priorità e che invece del dialogo con Belgrado, vuole unirsi al dialogo interno, che sarà incentrato sui serbi del Kosovo.
A riguardo, circolano notizie secondo le quali il Movimento di autodeterminazione non si aspetta alcuna pressione da parte della nuova amministrazione degli Stati Uniti su questo tema. Al momento da fonti diplomatiche si è fatto trapelare che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è solamente congratulato con il presidente ad interim del Kosovo Vjosa Osmani per il 13° anniversario della dichiarazione d’indipendenza sottolineando che non vedeva l’ora di collaborare con il nuovo governo e lavorare per raggiungere un accordo finale con la Serbia che si basi sul ‘riconoscimento reciproco”. Gli Stati Uniti, incoraggeranno sicuramente il nuovo governo di Pristina a fare dei negoziati con la Serbia.
Come comprensibile anche il nuovo governo italiano, con il confermato Ministro Guerini, continuerà a guardare con invariato interesse alla piccola realtà della regione balcanica con circa due milioni di abitanti nella quale le nostre Forze Armate, si sono sempre impegnate e hanno primeggiato per efficienza e dedizione. Un esempio di politica estera portato avanti con lo strumento di eccellenza dell’Italia.
di Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation