K metro 0 – Beirut – Circa un centinaio di attivisti per i diritti civili, si sono radunati nel centro di Beirut oggi, per chiedere un’indagine trasparente sull’uccisione dell’editore Lokman Slim noto come critico del movimento filo iraniano Hezbollah, informa la Reuters. E’ il primo omicidio di un attivista di alto profilo, che da tempo
K metro 0 – Beirut – Circa un centinaio di attivisti per i diritti civili, si sono radunati nel centro di Beirut oggi, per chiedere un’indagine trasparente sull’uccisione dell’editore Lokman Slim noto come critico del movimento filo iraniano Hezbollah, informa la Reuters.
E’ il primo omicidio di un attivista di alto profilo, che da tempo non si vedeva nel Paese dei Cedri. Slim, criticava apertamente quelle che ha descritto come le tattiche intimidatorie del gruppo armato Hezbollah e i tentativi di monopolizzare la politica libanese. Secondo il resoconto dei media, l’uomo è stato trovato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella sua auto giovedì nel sud del Libano, area tra l”altro sotto il controllo del movimento filo iraniano: Slim era scomparso la sera prima, aveva quattro proiettili in testa e uno nella schiena.
Intanto, la moglie di Slim, Monika Borgmann, ha twittato sta mattina, un primo messaggio dopo la sua morte, condividendo uno striscione di sole due parole “zero paura” in lingua araba. Le stesse due parole sono apparse su uno striscione durante la protesta in cui gli attivisti hanno accusato Hezbollah sciita sostenuto dall’Iran.
L’editore 50enne, della comunità sciita libanese, dirigeva un centro di ricerca, realizzava documentari con sua moglie e guidava gli sforzi per costruire un archivio sulla guerra civile che ha devastato il Libano nel 1975-1990.
“Se Hezbollah è davvero innocente di questo crimine o lo rifiuta e lo condanna, allora devono aiutare l’apparato di sicurezza e le autorità giudiziarie libanesi, soprattutto perché Lokman Slim è stato ucciso nella loro area di influenza sulla sicurezza”, – ha detto uno dei manifestanti, Youssef Diab, riporta ancora la Reuters -. “Se ciò non accade, restano sospettati.”
Tuttavia, giovedì Hezbollah ha condannato l’omicidio dell’editore, che i funzionari libanesi, compreso il presidente della repubblica, hanno definito un delitto politico. Da notare la polemica nata da un tweet, del figlio del leader sciita Nasrallah, che poi è stato subito cancellato.
“Non lo uccideremo di nuovo con il nostro silenzio”, ha detto una manifestante che ha dato il suo nome come Nelly. “La mia unica paura è che le persone avranno paura e rimarranno in silenzio, quindi il Libano sarà in pericolo”.