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Faisa-Cisal, “bisogna puntare sui Trasporti come leva per aumentare ricchezza del Paese”

Faisa-Cisal, “bisogna puntare sui Trasporti come leva per aumentare ricchezza del Paese”

K metro 0 – Roma – Sulla gestione delle risorse del Recovery Plan da parte del nuovo Governo interviene la Faisa-Cisal, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari del Traffico.  Il Segretario Generale della Faisa-Cisal, Mauro Mongelli, ha affermato in una dichiarazioni: “Auspichiamo che il prossimo Governo intervenga in maniera decisa sul sistema

K metro 0 – Roma – Sulla gestione delle risorse del Recovery Plan da parte del nuovo Governo interviene la Faisa-Cisal, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari del Traffico. 

Il Segretario Generale della Faisa-Cisal, Mauro Mongelli, ha affermato in una dichiarazioni: Auspichiamo che il prossimo Governo intervenga in maniera decisa sul sistema trasporti e, partendo dal Recovery Plan Nazionale, relativamente al Trasporto Pubblico e Ferroviario, colga l’occasione per afferrare un’opportunità di sviluppo per il Paese.

Infatti, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si colga l’occasione di coniugare un non più rinviabile bisogno di rilancio del settore attraverso una vera riforma, con le ingenti risorse messe a disposizione con il Next Generation UE.
Crediamo che per il settore non sia più differibile una particolare attenzione alla
sostenibilità ambientale ed alla ricerca, uso, diffusione, sostentamento e quindi rilancio del Green Deal.

Un approccio timido, come quello tenuto nei decenni scorsi, in tal senso rischia di rendere poco efficace l’annunciato, ormai da tutti, rinnovamento verde.

Si rende pertanto necessaria una rivoluzione, confermando e rafforzando il trend avviato che prevede un apporto significativo di risorse per il ringiovanimento del parco mezzi nell’ambito di una programmazione pluriennale.

Certo, a parole si fa presto a cambiare paradigma, si fa presto a cambiare la fonte di alimentazione ma la realtà restituisce uno scenario concreto in cui è contestualmente necessario, ad esempio, riqualificare le aziende secondo una nuova logica industriale e quindi cambiare l’intera filiera produttiva, dalla produzione, alla manutenzione, alla necessità di maggiori spazi, di nuovi depositi ecc.

Inoltre, non si può essere indifferenti ad una evidente e storica disuguaglianza infrastrutturale tra Nord e Sud che impone maestosi interventi che puntino a ridurre questo gap affinché si possano offrire le stesse opportunità, ma soprattutto, lo stesso diritto alla mobilità ad ogni cittadino, sia che viaggi su gomma che su ferro.

Oltre a ciò sono essenziali: una logica di mobilità intermodale, un sistema gradualmente digitalizzato, superamento della frammentazione aziendale, definizione chiara del quadro normativo del rapporto tra Stato e Regioni e di quali sono i confini delle relative competenze, provando a stabilire sistemi che possano raccordare con omogeneità le scelte di sistema; Clausole Sociali e valorizzazione del fattore lavoro, formazione del Personale, Sicurezza.

Strettamente connesso ai compiti di regolazione, in cui bisogna prestare la massima attenzione ai metodi di affidamento del servizio, vi è il tema della dotazione finanziaria da parte dello Stato in termini sia quantitativi che di modalità di erogazione che attualmente si intreccia con un sistema di penalizzazione anziché di premialità.

Proprio la crisi indotta dalla pandemia ci induce a ritenere necessarie misure di compensazione che salvaguardino gli equilibri economici del settore, ma serve una dotazione maggiore e reale del Fondo Nazionale Trasporti adeguato a sostenere i livelli di servizio in grado di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini ed al contempo a garantire sostegno ai lavoratori del settore.

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