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Russia: la condanna di Navalny provoca proteste e indignazione

Russia: la condanna di Navalny provoca proteste e indignazione

K metro 0 – Mosca – Oggi un tribunale di Mosca ha condannato a più di 2 anni e mezzo di carcere l’oppositore Alexei Navalny. La sentenza annunciata verso le 20,00 ore locali, ha innescato manifestazioni al centro di Mosca e a San Pietroburgo e ha suscitato indignazione sia all’interno del Paese che in tutto

K metro 0 – Mosca – Oggi un tribunale di Mosca ha condannato a più di 2 anni e mezzo di carcere l’oppositore Alexei Navalny. La sentenza annunciata verso le 20,00 ore locali, ha innescato manifestazioni al centro di Mosca e a San Pietroburgo e ha suscitato indignazione sia all’interno del Paese che in tutto il mondo.

“Lo scopo di tale provvedimento è spaventare un gran numero di persone, ma non puoi imprigionare l’intero Paese” ha affermato Alexei Navalny come riportato da France24.

Il maggior oppositore politico del presidente Vladimir Putin, aveva già denunciato i provvedimenti presi nei suoi confronti come il tentativo da parte del Cremlino di spaventare milioni di russi, tenendoli sotto scacco grazie al terrore.

Navalny ha attribuito il suo arresto alla “paura e all’odio” provati dal regime nei suoi confronti, affermando che Putin “passerà alla storia come un avvelenatore“.

Intanto le autorità russe insistono che non sussistono prove dell’avvelenamento e negano dunque qualsiasi coinvolgimento, nonostante le analisi di diversi laboratori europei abbiano mostrato il contrario.

La storia della sentenza ha origine nel 2014, quando Navalny e suo fratello furono accusati di riciclaggio di denaro, secondo Navalny mossa da motivi politici; l’accusa ha poi sostenuto che Navalny abbia violato le condizioni di sospensione condizionale della pena appellandosi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ribaltando la sentenza e condannando la Russia a pagare un risarcimento.

Riguardo la condanna odierna, Navalny ed i suoi avvocati hanno sostenuto che mentre si stava riprendendo in Germania dall’avvelenamento, non poteva registrarsi di persona presso le autorità russe come richiesto dalla sua libertà vigilata. Navalny ha anche insistito sul fatto che i suoi diritti di equo processo sono stati gravemente violati durante il suo arresto e ha descritto la sua detenzione come “una presa in giro alla giustizia”.

“Sono tornato a Mosca dopo aver completato il corso del trattamento”, ha detto Navalny durante l’udienza di oggi. “Cos’altro avrei potuto fare?”

I sostenitori di Navalny avevano indetto oggi un’altra manifestazione fuori dal tribunale di Mosca, ma la polizia, già preparata all’evenienza, ha isolato le strade vicine e avrebbe effettuato arresti casuali tra i cittadini sul luogo. Più di 320 persone sono state arrestate, secondo il gruppo OVD-Info che monitora gli arresti.

In tribunale, Navalny ha ringraziato i manifestanti per il loro coraggio e ha esortato gli altri russi a non temere la repressione. Milioni non possono essere incarcerati”, ha commentato Nalvalny, aggiungendo, rivolgendosi direttamente a Putin “hai rubato il futuro delle persone e ora stai cercando di spaventarle. Esorto tutti a non avere paura”.

Le autorità hanno preso di mira gli attivisti politici di Navalny in tutto il paese. Suo fratello Oleg, il suo alleato principale Lyubov Sobol e molti altri sono stati condannati agli arresti domiciliari per due mesi e devono affrontare accuse penali per la violazione delle restrizioni contro il coronavirus.

Non è tardata l’indignazione internazionale per la condanna di Navalny: dal canto suo, il ministro degli esteri svedese Ann Linde, attuale presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in visita a Mosca, ha esortato le autorità a rilasciare Navalny e ha condannato la repressione delle proteste.

Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha affermato che “la sentenza perversa, prende di mira le vittime di un avvelenamento piuttosto che i responsabili, mostra che la Russia non riesce a soddisfare gli impegni più basilari che ci si aspetta da qualsiasi membro responsabile della comunità internazionale”, riporta l’Ap.

Anche il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell, che presto sarà a Mosca, ha criticato le detenzioni e l’uso sproporzionato della forza contro i manifestanti, esortando il Cremlino a rispettare i suoi impegni internazionali in materia di diritti umani.

Tuttavia la Russia ha respinto le critiche dell’Unione europea, definendole come ingerenze nei suoi affari interni e ha affermato che l’attuale situazione di Navalny è una questione procedurale per il tribunale, non è una questione che riguardi il governo.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che la Russia è pronta per il dialogo su Navalny, ma ha già duramente confermato che non terrà conto delle critiche provenienti dall’occidente.

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Daniele Marrone
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