K metro 0 – Parigi – Secondo quanto riferisce oggi RSF (Reporter senza frontiere) cinquanta giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi nel 2020, la maggior parte non lavoravano in paesi in guerra. Un dato allarmante, la cifra mostra infatti un aumento di giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata, corruzione e questioni ambientali. L’ottantaquattro
K metro 0 – Parigi – Secondo quanto riferisce oggi RSF (Reporter senza frontiere) cinquanta giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi nel 2020, la maggior parte non lavoravano in paesi in guerra.
Un dato allarmante, la cifra mostra infatti un aumento di giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata, corruzione e questioni ambientali. L’ottantaquattro per cento delle vittime di quest’anno sono state deliberatamente prese di mira per il loro lavoro, ha dichiarato RSF nel suo rapporto annuale, rispetto al 63 per cento del 2019.
Da diversi anni, Reporter senza frontiere ha notato che i giornalisti investigativi sono davvero nel mirino degli stati o dei cartelli, ha dichiarato Pauline Ades-Mevel, caporedattore della RSF e ha aggiunto come si stia diffondendo la tendenza ad usare la violenza contro gli operatori dei media, in particolare negli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd e in Francia contro una nuova controversa legge sulla sicurezza.
France24 riferisce che il Messico è il paese ha registrato otto morti: “I legami tra narcotrafficanti e politici rimangono e i giornalisti che osano affrontare queste questioni continuano ad essere bersaglio di omicidi barbarici”, afferma il rapporto.
Cinque giornalisti sono stati uccisi nell’Afghanistan dilaniato dalla guerra, notando un aumento degli attacchi mirati contro gli operatori dei media negli ultimi mesi, anche se sono in corso colloqui di pace tra il governo e i talebani. RSF ha anche evidenziato il caso della figura dell’opposizione iraniana Ruhollah Zam, che gestiva un popolare canale di social media e radunava gli oppositori del regime, giustiziato a dicembre.
La sua esecuzione conferma il record dell’Iran come paese che ha ufficialmente messo a morte il maggior numero di giornalisti nell’ultimo mezzo secolo.
Il numero totale di giornalisti uccisi nel 2020 è stato inferiore ai 53 segnalati nel 2019, anche se RSF ha affermato che quest’anno meno giornalisti hanno lavorato sul campo a causa della pandemia. Nella prima parte del rapporto, pubblicato questo mese, RSF si è detta preoccupata per il fatto che le misure imposte dai governi per combattere la pandemia abbiano contribuito a un picco significativo nelle violazioni della libertà di stampa. Sono 387 giornalisti incarcerati: 14 di questi arrestati in relazione alla loro copertura per la crisi del coronavirus.
Lunedì il giornalista cinese Zhang Zhan è stato arrestato e condannato a quattro anni di carcere per aver causato litigi e provocato problemi.