K metro 0 – Roma – Per una panoramica comparatistica alla ricerca di un comune sentire tra i popoli, appare utile un rapido sguardo alla cultura cinese. Prima della rivoluzione marxista operata da Mao (1949 ),si contrapponevano la Scuola legista, (equivalente al nostro giuspositivismo), che vedeva nella legge scritta ( in cinese FA )- ed
K metro 0 – Roma – Per una panoramica comparatistica alla ricerca di un comune sentire tra i popoli, appare utile un rapido sguardo alla cultura cinese. Prima della rivoluzione marxista operata da Mao (1949 ),si contrapponevano la Scuola legista, (equivalente al nostro giuspositivismo), che vedeva nella legge scritta ( in cinese FA )- ed in particolare in quella penale- il più efficace strumento di governo, e la Scuola confuciana ( comparabile con molta approssimazione al nostro giusnaturalismo), che considerava -viceversa- più che le leggi, l’importanza della cultura e dei riti (in cinese LI)al fine del raggiungimento di un’ordinata convivenza civile.
Dopo l’avvento del comunismo, che – come è noto – affonda le radici nella concezione statolatrica di hegeliana memoria, lo Stato è divenuto fonte unica di etica e di diritto.
Fino al secolo XIX la Cina non fu mai influenzata da sistemi giuridici occidentali, ed il diritto rimase altresì libero da ogni condizionamento di tipo religioso.
Il Confucianesimo postulava l’esigenza dell’Uomo di vivere in armonia con la natura e con i propri simili (singolare analogia con Platone),ed i governanti erano tenuti, prima di ogni altro, a fornire esempi di retitudine e di virtù (altra analogia, qui con Aristotele).
Nei rapporti sociali, compresi quelli tra governanti e governati, non era la forza a dover prevalere o la coazione, bensì la persuasione, il ragionamento, per addivenire ad una soluzione basata sul consenso scaturente da una razionalità comune e condivisa ( la teoria del consenso è la medesima insita nel contrattualismo occidentale)
L’individuo più che rivendicare diritti, doveva seguire l’etica del dovere, anteponendo il bene sociale a quello suo personale ( in Grecia Socrate rinunziò alla vita stessa per il rispetto delle determinazioni della polis) , la qual etica era maggiormente avvertita dalle classi socialmente più elevate dal punto di vista culturale.
Le leggi ed i tribunali chiamati ad applicarle, non erano visti con troppo favore dalla cultura confuciana, anche in ragione di una lentezza e di una disorganizzazione del sistema “Giustizia”, che erano percepiti nella loro cronicità sin dall’antico, nel mondo cinese: società ideale doveva essere quella che ne poteva fare a meno, fermo restando il valore delle leggi come ipotesi codificate di comportamenti corretti, con il corollario di sanzioni per quanti –viceversa-adottavano una condotta antisociale.
In ogni caso, il risarcimento per un illecito compiuto non doveva mai risultare così gravoso da mortificare l’obbligato, che avrebbe conseguentemente potuto nutrire sentimenti di rivalsa.
Virtù per eccellenza da coltivare, al fine di impostare dei rapporti giusti a livello interpersonale, erano la rettitudine e l’umanità, la qual ultima si articolava nella pietà filiale, nella lealtà e nella sincerità.
Nella società confuciana non è contemplato il principio di uguaglianza, essendo fortemente gerarchizzata.
La Scuola legista parte dal postulato della fondamentale malvagità dell’uomo, con la conseguenza della necessità di un sistema di leggi punitive, anche crudeli, pur di realizzare un effetto di deterrenza dal crimine, almeno fino al momento in cui i cittadini non avranno interiorizzato i valori difesi dalla norma.
Lo Stato ideale , pertanto, per entrambe le Scuole, è quello che non ha bisogno di leggi.
Per il ceto nobiliare, supportato dalla cultura, si rivelava bastevole l’etica confuciana; per le masse incolte, intervennero i Codici, corredati dal necessario apparato sanzionatorio, che comunque recepirono i principi morali di cui si discorre.
Erano immuni dalle pene i nobili, gli alti burocrati , i saggi, i Mandarini, non suscettibili di giudizio ordinario, ma sottoposti a quello del solo Imperatore (né più né meno come avveniva nella cultura occidentale, prima dell’Illuminismo e della proclamazione del principio di uguaglianza).
I reati più gravi (omicidi, attentati all’Imperatore…) erano esclusi dagli atti di clemenza, né più né meno come era accaduto nell’Impero romano.
Sorprendenti dunque furono le analogie tra popoli tra di loro distanti ed estranei.
Le norme dei Codici riguardavano di regola il diritto pubblico, quelle etiche e le consuetudini, il diritto privato.
La norma valeva comunque più come modello comportamentale, che come precetto assoluto, con la conseguenza per i giudici di poterla interpretare con la massima discrezionalità , in relazione alla singolarità del caso concreto dedotto in giudizio.
L’avvento dello Stato marxista portò un cambiamento radicale, specialmente nel diritto di famiglia, in materia agraria e civilistica in genere; ma oggi a fronte dei rapidi cambiamenti in corso,con un sistema economico in prodigiosa crescita, la popolazione cinese si trova protesa alla ricerca di motivazioni etiche al proprio agire, recuperando antiche tradizioni, Fedi religiose e Sistemi filosofici travolti dalla furia del comunismo maoista.
Prendendo le mosse dal Confucianesimo, il presidente Xi Jinping è impegnato a favorire la “Rinascita”del Paese, partendo proprio dai suoi principi a fondamento della cultura, della scienza, dell’etica e dell’estetica, onde riappropriarsi dell’identità valoriale della Cina nella prospettiva di coniugare l’identità socialista con l’umanesimo confuciano. Il che significa valorizzare la dignità dell’individuo al di sopra della dimensione economica, la solidarietà , il talento ed il merito contro ogni forma di corruzione.
Nell’obiettivo di promuovere una crescita economica mai disgiunta da quella morale e civile, il nuovo corso ha rilanciato la centralità della famiglia e la valorizzazione del ruolo femminile, la mutua assistenza intergenerazionale tra giovani ed anziani.
L’Italia in particolare, depositaria del più grande patrimonio culturale storico, giuridico, artistico e letterario dell’Umanità intera, è oggetto di una speciale, intensa ammirazione da parte di quello che riteniamo di poter motivatamente appellare come “Nuovo Mondo del terzo Millennio”.
In Cina la libertà economica ha già fatto da battistrada a quella civile, politica e religiosa ed un grande raggio di luce appare dall’interesse con cui la Cina “dell’imprenditoria e dell’economia”, corteggiata e temuta dal mondo intero per la sua rapida espansione economica, ha approfondito gli studi del Diritto romano giustinianeo, grazie al quale ha scoperto regole utili alla disciplina dei contratti privati e delle responsabilità che ne derivano; nonché diritti, come quello di usufrutto, che si è rivelato prezioso per risolvere un problema politico altrimenti dirompente e dagli esiti imprevedibili sotto il profilo politico, economico e sociale nelle campagne.