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Golan: a Banias rinvenuto l’altare dedicato a Pan Heliopolitanus

Golan: a Banias rinvenuto l’altare dedicato a Pan Heliopolitanus

K metro 0 – Banias – Gli archeologi hanno riportato alla luce un antico altare dedicato al dio greco Pan, la divinità delle greggi e dei pastori. La località del ritrovamento, ovvero Banias, era già nota agli scavi archeologici, infatti erano già stati studiati i resti di una chiesa bizantina che insistono sui resti dell’antico

K metro 0 – Banias – Gli archeologi hanno riportato alla luce un antico altare dedicato al dio greco Pan, la divinità delle greggi e dei pastori. La località del ritrovamento, ovvero Banias, era già nota agli scavi archeologici, infatti erano già stati studiati i resti di una chiesa bizantina che insistono sui resti dell’antico tempio dedicato a Pan.

L’altare è corredato da un’epigrafe in lingua greca, che ha mostrato delle imperfezioni nel lavoro del lapicida; “l’epigrafista non era un professionista”, ha detto ad Haaretz l’archeologo e co-direttore del progetto di scavo Avner Ecker.

Lo scavo fa parte di un progetto più ampio per la conservazione dei siti archeologici situati in aree protette dalla Israel Nature and Parks Authority.

L’epigrafe, oltre a mostrare solchi non definiti, è composta da lettere che il lapicida ha intenzionalmente rese man mano più piccole per adattarle allo specchio epigrafico, rendendo esplicita una scarsa preparazione di colui che incise la dedica.

Gli archeologi hanno trovato l’altare in giacitura secondaria, adagiato sul fianco nel terreno sotto il pavimento della chiesa bizantina.

L’altare in basalto vulcanico risale al II-III sec. d.C., ma è stato rimpiegato come sostegno nella chiesa del V sec. d.C., in gran parte costruita in pietra calcarea proveniente da quella che oggi è la Riserva Naturale di Banias.

Adi Erlich, co-direttore del progetto e archeologo presso l’Istituto di Archeologia Zinman dell’Università di Haifa, ha asserito in una dichiarazione che chiunque abbia costruito la chiesa apparentemente non voleva che i fedeli vedessero una dedica al dio Pan, quindi l’altare fu girato e riutilizzato in tal modo probabilmente per svilire, demonizzare ed umiliare i pagani che praticavano ancora i “vecchi” culti politeistici.

“Il muro è composto da piccole pietre semplici e tra queste spicca questa pietra più grande”, ha precisato Erlich ad Haaretz.

La dedica, scritta in greco, probabilmente composta da un pellegrino, riporta tale dicitura: “Ateneone figlio di Sosipatros di Antiochia sta dedicando l’altare al dio Pan Heliopolitanus. Costruì l’altare usando il suo denaro personale in adempimento ad un voto che fece“.

Gli archeologi hanno notato che la dedica non cita solo “Pan”, ma utilizza anche l’epiclesi di “Heliopolitanus”; una combinazione che ha portato gli studiosi a pensare ad un culto che unisca le caratteristiche degli dei Pan e Zeus, quest’ultimo molto popolare tra la gente di Antiochia, vicino a quello che ora è il confine tra Turchia e Siria.

Per giunta, sia la forma dello specchio epigrafico che ricorda una tabula ansata, tipica della produzione epigrafica latina del I sec. d.C., sia la formula di dedica assimilabile al latino “votum solvit” fanno pensare ad una forte influenza romana nella cultura dell’epigrafista.

Il pellegrino, “Ateneone figlio di Sosipatros”, probabilmente ha viaggiato per circa 320 chilometri da Antiochia per raggiungere l’area, che oggi è situata appena a nord delle alture del Golan. Si trova a pochi passi dalla famosa cascata di Banias, chiamato dagli antichi Paneas e che era, appunto, associato al dio Pan. Le testimonianze del culto di Pan presso la cascata risalgono al III secolo a.C. e un tempio dedicato al dio agreste fu eretto intorno al 20 a.C. Successivamente, l’area divenne un centro chiave del cristianesimo primitivo e una chiesa bizantina fu costruita sul tempio di Pan intorno al 400 d.C.

Questo sito avrebbe avuto un enorme significato per i cristiani dell’era bizantina, che credevano che questo fosse il luogo in cui Gesù disse a Pietro:” Ti do le chiavi del regno dei cieli “”, ha precisato Erlich al Jerusalem Post.

Lo scavo fa parte tutt’oggi di un progetto più ampio per la conservazione dei siti archeologici situati in aree protette dalla Israel Nature and Parks Authority.

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Daniele Marrone
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