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Nuova Zelanda: 13 accusati per la tragedia del vulcano “White Island”

Nuova Zelanda: 13 accusati per la tragedia del vulcano “White Island”

K metro 0 – Auckland – Tredici tra enti e persone sono stati incriminati dalle autorità della Nuova Zelanda nell’inchiesta sulla tragedia del vulcano Whakaari  meglio conosciuto con il nome “White Island”. La tragedia dello scorso anno ha causato la morte di 22 persone, tra cui 14 australiani. L’isola era considerata una popolare meta turistica

K metro 0 – Auckland – Tredici tra enti e persone sono stati incriminati dalle autorità della Nuova Zelanda nell’inchiesta sulla tragedia del vulcano Whakaari  meglio conosciuto con il nome “White Island”. La tragedia dello scorso anno ha causato la morte di 22 persone, tra cui 14 australiani. L’isola era considerata una popolare meta turistica prima che la tragedia dell’eruzione nel dicembre 2019, uccidesse guide e visitatori locali.

L’agenzia governativa di geoscienze della Nuova Zelanda, responsabile del monitoraggio dell’attività vulcanica, è tra i 13 soggetti accusati, dieci di loro sono stati assoggettati a multe di 1,5 milioni di dollari neozelandesi per non aver garantito la salute, la sicurezza dei lavoratori e dei turisti. Altri tre sono stati accusati, in quanto individui e rischiano fino a 300.000 dollari australiani di multa. Dovranno comparire il 15 dicembre presso il tribunale distrettuale di Auckland.

L’autorità di regolamentazione della salute e sicurezza sul lavoro del paese, WorkSafe New Zealand, ha annunciato lunedì di aver intentato una causa contro 10 organizzazioni e tre individui, sostenendo di non aver fatto ciò che era ragionevolmente praticabile per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori dell’”Isola Bianca”.

Al momento dell’eruzione, il 9 dicembre del 2019, sull’isola c’erano 47 persone, tra cui quali turisti provenienti dagli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Cina. Dall’eruzione del 9 dicembre scorso, molti sopravvissuti hanno subito ustioni orribili, tuttavia, a distanza di un anno, molti stanno ancora ricevendo cure per le ferite riportate.

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