K metro 0 – Strasburgo – In occasione della Giornata internazionale delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Segretaria generale generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić sottolinea la necessità di trarre insegnamento dai primi lockdown della scorsa primavera, per affrontare le crescenti richieste di assistenza alle linee telefoniche dedicate alla
K metro 0 – Strasburgo – In occasione della Giornata internazionale delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Segretaria generale generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić sottolinea la necessità di trarre insegnamento dai primi lockdown della scorsa primavera, per affrontare le crescenti richieste di assistenza alle linee telefoniche dedicate alla violenza domestica a fronte delle nuove restrizioni attuate in gran parte d’Europa. In un articolo pubblicato oggi, ha inoltre parlato dell’aumento delle forme di molestie sessuali online, come lo stalking e il sexting, poiché molte persone sono online a casa.
“Con i primi lockdown per COVID-19 della scorsa primavera, molti Stati membri del Consiglio d’Europa hanno registrato aumenti record di abusi domestici. Sebbene gli attuali lockdown nella maggior parte dei paesi siano in confronto meno restrittivi, le linee telefoniche nazionali dedicate alla violenza domestica registrano nuovamente un drastico aumento delle richieste di soccorso.
Inoltre, poiché le persone rimangono al chiuso e online più a lungo a causa dei nuovi lockdown, apprendiamo che le molestie sessuali, lo stalking, il sexting, le immagini e video truccati (noti anche come “deepfake”) e altre forme di “violenza online” sono in aumento, secondo un recente studio di UN Women.
Uno dei nostri più importati trattati internazionali, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), chiede misure specifiche contro tale violenza, ad esempio l’istituzione di linee telefoniche di emergenza 24 ore su 24 e di servizi di consulenza, l’accesso a rifugi per le vittime, ordinanze di ingiunzione e di protezione e rapidi interventi da parte della polizia.
Mentre celebriamo la Giornata internazionale delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne nel bel mezzo di una pandemia persistente, i lockdown hanno dimostrato di porre una particolare sfida rispetto alle problematiche citate. Dobbiamo assicurarci che le nuove restrizioni alla libertà di circolazione non causino ulteriori danni alle donne e ai minori. Possiamo però prendere delle misure per garantire che la casa non diventi nuovamente un luogo dove regna la paura.
Misure efficaci per prevenire la violenza contro le donne devono essere parte integrante dei nuovi lockdown. L’accesso ininterrotto e sicuro ai servizi di assistenza come le case rifugio deve essere garantito come “essenziale”. I servizi di assistenza offrono servizi online che vanno dalla consulenza psicologica alle forme di richiesta online per ordinanze di protezione.
Soluzioni creative che hanno funzionato in alcuni paesi all’inizio dell’anno, ad esempio gli schemi “Rail to Refuge” che consentono alle vittime di viaggiare gratuitamente per raggiungere i servizi di assistenza oppure le informazioni fornite alle vittime di violenza domestica dalle farmacie locali aperte durante i lockdown, dovrebbero essere incoraggiate e adattate in funzione degli insegnamenti tratti dai lockdown della scorsa primavera.
Se non è già stato fatto, i funzionari di polizia e i professionisti in ambito sanitario dovrebbero ricevere linee guida per identificare e aiutare le vittime di abusi domestici, ad esempio contattando proattivamente le donne che hanno cercato assistenza in passato. L’accesso all’assistenza legale e alle vie di ricorso giudiziario per le donne e le ragazze a rischio deve essere mantenuto.
Ancor prima dello scoppio della pandemia, le donne e le ragazze con disabilità, provenienti da un contesto migratorio, senza una fissa dimora o appartenenti a minoranze etniche, religiose o linguistiche hanno avuto spesso difficoltà ad accedere alle informazioni sull’assistenza e sulla protezione disponibili. Dobbiamo garantire che le loro necessità siano prese in considerazione durante la pandemia.
L’ondata di violenze basate sul genere durante i lockdown della scorsa primavera ha spinto tale questione nell’agenda politica di molti Stati membri. Chiediamo agli Stati che non lo avessero ancora fatto di approfittare della maggiore sensibilizzazione rispetto a questo problema per agire ratificando e attuando la nostra Convenzione di Istanbul. Grazie al monitoraggio del Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), potremo garantire maggiormente che gli Stati che aderiscono alla Convenzione rispettino le sue linee guida.
Le restrizioni agli spostamenti, i vincoli finanziari e l’incertezza non saranno di incoraggiamento agli autori di infrazioni, a casa o online. Per tutte queste forme di violenza, dobbiamo garantire tolleranza zero.”