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Portogallo: respinto il referendum sull’eutanasia. I vescovi: decisione deplorevole

Portogallo: respinto il referendum sull’eutanasia. I vescovi: decisione deplorevole

K metro 0 – Lisbona – Venerdì il parlamento portoghese ha bocciato la proposta di un referendum per la depenalizzazione o meno dell’eutanasia. La proposta era stata lanciata dalla “Federazione per la vita” (Fpv) ed aveva raccolto oltre 95mila firme. Il parlamento aveva dato a febbraio il via libera allo studio di cinque proposte di legge sulla morte assistita grazie al

K metro 0 – Lisbona – Venerdì il parlamento portoghese ha bocciato la proposta di un referendum per la depenalizzazione o meno dell’eutanasia. La proposta era stata lanciata dalla “Federazione per la vita” (Fpv) ed aveva raccolto oltre 95mila firme.

Il parlamento aveva dato a febbraio il via libera allo studio di cinque proposte di legge sulla morte assistita grazie al voto della maggioranza dei deputati socialisti e di quelli del Bloque de Esquerda.  I portoghesi stanno lottando contro un tentativo da parte del governo di legalizzare l’eutanasia nel Paese e hanno lanciato un referendum che consenta ai cittadini di decidere sul tema.

Ogni nuovo disegno di legge deve poi essere convertito in legge dal presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, un conservatore che ancora pubblicamente non ha preso posizione sulla questione e che ha il potere di veto.

La Chiesa cattolica, che predomina in Portogallo, ha condotto una campagna contro i progetti di legge sia tra i suoi fedeli che tra quelli di altre confessioni religiose.

Immediata, infatti la risposta della Conferenza episcopale locale (Cep) che, in una nota,  definisce “deplorevole” la scelta del Parlamento, perché essa lascia intendere come “la depenalizzazione dell’eutanasia verrà approvata, anche se l’iter legislativo è ancora in corso”. Inoltre, considerata “la gravissima situazione della pandemia” da Covid-19, è stato “il momento peggiore per prendere tale decisione” perché ora ai malati sembra non restare che un’unica risposta: la morte. Al contempo, la Cep ricorda che, secondo quanto sancito dalla Costituzione, “il diritto alla vita umana è inviolabile” e su questo punto “dispiace” che il Parlamento “non voglia ascoltare il popolo, rendendo impossibile un dibattito più ampio e una riflessione più profonda su un tema così essenziale per ogni cittadino e per la società nel suo complesso”. Dai presuli anche la rassicurazione che la Chiesa continuerà “a promuovere la difesa della vita umana, incoraggiando la ricerca di percorsi di vicinanza e di accompagnamento nelle cure palliative” per le persone malate e fragili, riporta Vatican news.

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Patrizia Grandi
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