K metro 0 – Nairobi – La scuola dovrebbe essere un diritto per tutti, ma purtroppo non è sempre così. Reuters racconta quello che sta accadendo in questi giorni in Kenya: uno studente di cinque anni Miguel Munene siede tra i suoi genitori, tenendosi per mano mentre guarda i personaggi dei cartoni animati che gli
K metro 0 – Nairobi – La scuola dovrebbe essere un diritto per tutti, ma purtroppo non è sempre così. Reuters racconta quello che sta accadendo in questi giorni in Kenya: uno studente di cinque anni Miguel Munene siede tra i suoi genitori, tenendosi per mano mentre guarda i personaggi dei cartoni animati che gli insegnano a pronunciare la parola pesce. La televisione ha sostituito gli insegnanti e i compagni di classe di Munene dopo che il governo ha chiuso le scuole a tempo indeterminato a marzo per frenare la diffusione del coronavirus.
A questo si aggiunge il fatto che molti bambini in Africa non hanno la possibilità di imparare online, infatti l’agenzia per l’infanzia delle Nazioni Unite UNICEF afferma che almeno la metà degli alunni dell’Africa subsahariana non ha accesso a Internet. Così alcuni, come Munene, guardano un cartone animato e imparano, il tutto realizzato dall’organizzazione tanzaniana senza scopo di lucro “Ubongo”, che offre gratuitamente contenuti televisivi e radiofonici alle emittenti africane.
Iman Lipumba, responsabile delle comunicazioni di Ubongo ha affermato a Reuters: “A marzo, i programmi di Ubongo sono stati trasmessi in un’area che copre circa 12 milioni di famiglie in nove paesi. Ciò è salito a 17 milioni in 20 paesi ad agosto”.
Ubongo TV in Tanzania è nata grazie al lavoro di un gruppo di artisti, innovatori ed educatori nel 2014. Da allora ha ricevuto circa 4 milioni di dollari in sovvenzioni e ha guadagnato $ 700.000 da YouTube, dalla vendita di prodotti, dalle licenze dei personaggi e dalla co-produzione di programmi.
ll ministero dell’istruzione del Kenya afferma che le scuole possono riaprire solo quando il numero di casi di COVID-19 diminuirà sostanzialmente. Il Kenya ha registrato oltre 36.000 casi confermati e più di 620 morti, secondo i dati ufficiali forniti dal ministero della salute.