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Scuola, è caos su certificati per riammissione in classe

Scuola, è caos su certificati per riammissione in classe

K metro 0 – Adnkronos – Roma – E’ caos sui certificati per la riammissione in classe dei bimbi dopo una malattia. “Un punto debole del sistema”, non nasconde Alberto Villani, presidente Società italiana di pediatria e membro del comitato tecnico scientifico, Cts, sentito dal ‘Corriere della sera’. “Nel certificato il medico curante deve poter escludere che

K metro 0 – Adnkronos – Roma – E’ caos sui certificati per la riammissione in classe dei bimbi dopo una malattia. “Un punto debole del sistema”, non nasconde Alberto Villani, presidente Società italiana di pediatria e membro del comitato tecnico scientifico, Cts, sentito dal ‘Corriere della sera’. “Nel certificato il medico curante deve poter escludere che la malattia sia correlata al Sars-CoV-2 e per affermarlo è necessario il risultato del tampone che al momento è l’unico test diagnostico di riferimento. La procedura implica che la certificazione diventi un atto impegnativo”.

Le conseguenze? “Molti bambini – dice il pediatra – potrebbero restare in attesa di avere il via libera per tornare a scuola considerato che dal momento in cui il tampone viene prescritto dai pediatri possono passare giorni prima di avere il risultato. Quindi per un’assenza di 3 giorni legata alla presenza di sintomi simili a Covid-19 potrebbe passare oltre una settimana per attestare che la malattia non è quella. Confidiamo sull’arrivo di test rapidi”. Ci saranno code? “Mentre i bambini sopra i 6 anni sono meno esposti perché indossano le mascherine, i più piccoli, per quante accortezze si possano avere nel tenerli separati, tendono ad ammalarsi di più. Statisticamente è la fascia d’età con la maggiore incidenza di infezioni da raffreddamento”.

Soluzioni? “A Roma su 17 postazioni ‘drive in’ ne verrà organizzata qualcuna a vocazione pediatrica dove inviare le famiglie. Troveremo percorsi semplificati per accessi alle visite e tempi di risposta veloci”. Alcuni pediatri denunciano l’impossibilità di soddisfare la domanda di ‘milioni’ di visite in autunno, quando il Covid si sovrapporrà alle classiche malattie respiratorie. E’ realistico? “Non saranno milioni. Se le misure previste a scuola saranno rispettate (distanziamento, uso della mascherina) il rischio di trasmissione di virus e batteri è molto ridotto. E mi aspetto quindi che l’incidenza di malattie respiratorie, come il raffreddore, e da virus influenzali, sarà inferiore proprio perché le difese and Covid-19 saranno efficaci per la prevenzione di altre infezioni. Molte situazioni potranno essere gestite a domicilio senza che sia necessario recarsi dal pediatra”.

Siete pronti a visitare bambini che potrebbero avere il Covid-19? “Fa parte del nostro ruolo organizzarsi per poter accogliere piccoli pazienti bisognosi di semplici visite di controllo e quelli che invece possono aver preso il virus. Le assicuro che molti miei colleghi sono già preparati a lavorare in piena sicurezza. Non è pensabile che un medico non visiti accampando la scusa di rischi che lui stesso dovrebbe saper gestire”. Cosa raccomandate? “Consigliamo di separare le visite dei bambini sani da quelle dei bimbi malati, ad esempio dividendoli tra appuntamenti della mattina e del pomeriggio. La sanificazione e i servizi igienici sono parte essenziale della prevenzione assieme a distanziamento fisico e mascherina. La differenziazione degli orari di visita e, se possibile, della sede, invoglierà i genitori di bambini in salute a non saltare i controlli periodici e il calendario delle vaccinazioni”.

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