K metro 0 – Parigi – I ricercatori del Center for Polar Observation and Modeling dell’Università di Leeds, nell’Inghilterra settentrionale, che monitorano gli innalzamenti del livello del mare, hanno evidenziato difetti negli attuali modelli di cambiamento climatico delle Nazioni Unite. Le due calotte glaciali, della Groenlandia e dell’Antartide, hanno registrato nel decennio 2007-2017 una significativa
K metro 0 – Parigi – I ricercatori del Center for Polar Observation and Modeling dell’Università di Leeds, nell’Inghilterra settentrionale, che monitorano gli innalzamenti del livello del mare, hanno evidenziato difetti negli attuali modelli di cambiamento climatico delle Nazioni Unite. Le due calotte glaciali, della Groenlandia e dell’Antartide, hanno registrato nel decennio 2007-2017 una significativa perdita di massa dovuta allo scioglimento dei ghiacciai: il decremento dei volumi è in linea – secondo quanto riportato nel rapporto Nature Climate Change – con il peggiore scenario, che vedrebbe un innalzamento del livello degli oceani fino a 40 centimetri entro il 2100.
Un tale aumento avrebbe un impatto devastante a livello globale, aumentando la forza distruttiva delle mareggiate ed esponendo naturalmente le regioni costiere che ospitano centinaia di milioni di persone.
“Dobbiamo elaborare un nuovo scenario peggiore per le calotte glaciali perché esse si stanno già sciogliendo a una velocità in linea con quella attuale”, ha detto il ricercatore Thomas Slater, aggiungendo che le “proiezioni sul livello del mare sono fondamentali per aiutare i governi a pianificare la politica climatica, le strategie di mitigazione e adattamento”.
Le informazioni esposte attraverso l’analisi dei nuovi dati raccolti, hanno triplicato le proiezioni dell’ultimo importante rapporto di valutazione dell’IPCC, realizzato nel 2014. Nonostante questo preoccupante discostamento tra la realtà osservata dell’accelerazione della disintegrazione della calotta glaciale e i modelli che tracciano tali tendenze, un rapporto speciale dell’IPCC del 2019 ha comunque mantenuto le stesse proiezioni di fine secolo.
“Se sottostimiamo il futuro aumento del livello del mare – ha proseguito il ricercatore Slater – queste misure potrebbero essere inadeguate e lasciare le comunità costiere vulnerabili”. Si tratterebbe di impatti su circa 50 milioni di persone in tutto il mondo, soggette a rischio di inondazioni costiere già entro il 2050.
La realizzazione di un tale scenario, avrebbe gravi ripercussioni anche a livello economico: infatti l’innalzamento totale del livello del mare, di almeno un metro, richiederebbe probabilmente ingenti investimenti in dighe e altre difese fino a 70 miliardi di dollari all’anno.
Secondo la nuova analisi, diversi fattori spiegherebbero il perché i modelli climatici, alla base delle proiezioni sui livelli dei mari delle Nazioni Unite, avrebbero fornito una deviazione delle informazioni relative alle calotte glaciali, secondo.
I modelli delle calotte glaciali descrivono bene l’impatto a lungo termine del graduale riscaldamento globale, che ha visto le temperature ai poli aumentare molto più rapidamente che per il pianeta nel suo insieme.
La deviazione rispetto alle più recenti proiezioni realizzate dalle task force delle Nazioni Unite, sarebbe in sostanza spiegata dal fatto che non si è tenuto conto delle fluttuazioni a breve termine nei modelli meteorologici che sono, essi stessi, profondamente influenzati dai cambiamenti climatici. “Per la Groenlandia – sostiene Slater – gran parte della perdita di ghiaccio è ora conseguenza diretta dello scioglimento superficiale durante le estati calde, processi non rilevati nelle simulazioni del 2014”.
Fino al 2000, le calotte glaciali dell’Antartico occidentale e della Groenlandia hanno generalmente accumulato tanta massa di ghiacci rispetto a quanta ne perdono. Il deflusso è stato quindi compensato da nuove nevicate e conseguenti formazioni di ghiacciai.
Ma negli ultimi due decenni del duemila, il trend crescente e accelerato del riscaldamento globale ha rotto questo equilibrio: l’anno scorso, la Groenlandia ha registrato una perdita record di 532 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Questo evento singolo ha rappresentato il 40% dell’innalzamento del livello dei mari nel 2019.
Si necessità quindi, con urgenza, di una nuova generazione di modelli climatici che spieghino in modo migliore la modalità in cui le calotte glaciali, gli oceani e l’atmosfera interagiscono tra loro. Tali modelli, secondo Slater, saranno parte integrante del prossimo importante rapporto dell’IPCC, che sarà completato entro il 2021.