K metro 0 – Beirut – Il presidente francese Emmanuel Macron torna in Libano, a distanza di tre settimane dalla sua prima visita avvenuta ai primi di agosto, 48 ore dopo la tragica esplosione nel porto di Beirut, che ha visto la morte di 190 persone e la devastazione di interi quartieri della città. Nel frattempo, sembra che la classe
K metro 0 – Beirut – Il presidente francese Emmanuel Macron torna in Libano, a distanza di tre settimane dalla sua prima visita avvenuta ai primi di agosto, 48 ore dopo la tragica esplosione nel porto di Beirut, che ha visto la morte di 190 persone e la devastazione di interi quartieri della città.
Nel frattempo, sembra che la classe politica libanese abbia capito che bisogna cambiare il “Patto Politico”. Il sistema confessionale, caratteristica peculiare del Libano, ha assicurato per decine di anni una sostanziale pace sociale, ma poi aggiunge che in questo momento rappresenta una sorta di vincolo che non aiuta il processo di riforme che risulta sempre più urgente. intanto oggi è stato nominato un nuovo premier, nella persona dell’ex ambasciatore libanese a Berlino, il 48enne Mustapha Adib.
Il Presidente francese aveva espresso chiaramente ciò che molti libanesi proclamavano a gran voce dallo scorso ottobre: un rifiuto netto e collettivo di una classe politica corrotta, che da trent’anni ha trasformato il Libano in un’economia di rendita. Macron nella “missione impossibile” per alcuni, ha proposto ai politici libanesi di adottare “un nuovo patto politico”. Dietro questa formula si cela, infatti, un progetto di profonda riforma, sostituire i leader politici nella gestione del paese e che rappresentano i partiti tradizionali, con tecnici capaci di risolvere cose concrete, dal sistema bancario alle dogane, dall’elettricità alla sanità e Giustizia.
Lo Stato non è più in grado di fornire elettricità ai cittadini senza i generatori gestiti dalle varie comunità o gruppi di quartiere, i libanesi a volte finiscono per pagare la bolletta per ben tre volte: una allo Stato, una alla comunità fornitrice e una al condominio.
Alcuni osservatori affermano che il ruolo della Francia è decisivo nel risolvere la crisi economica che sta attraversando il Paese del Cedro, a cui si aggiungono i danni recenti causati dell’esplosione, stimati in oltre 15 miliardi di euro. La Francia intende quindi intervenire rapidamente ed efficacemente in Libano, tra l’altro per timore che questo Paese possa diventare un campo di battaglia nel contesto di grandi rivalità regionali, come è avvenuto in Siria o in Libia.