K metro 0 – Minsk – Nonostante i moniti lanciati dalle autorità, non si fermano le proteste contro il regime di Aleksandr Lukashenko, oltre 100.000 persone secondo l’agenzia France-Presse e i media locali sono scese in piazza ieri a Minsk chiedendo a gran voce le dimissioni dell’“ultimo dittatore d’Europa”. Il governo bielorusso ha disposto un massiccio
K metro 0 – Minsk – Nonostante i moniti lanciati dalle autorità, non si fermano le proteste contro il regime di Aleksandr Lukashenko, oltre 100.000 persone secondo l’agenzia France-Presse e i media locali sono scese in piazza ieri a Minsk chiedendo a gran voce le dimissioni dell’“ultimo dittatore d’Europa”.
Il governo bielorusso ha disposto un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e l’esercito ha bloccato diverse strade della Capitale per impedire che i cittadini possano raggiungere i luoghi sensibili del potere. Intanto, i dimostranti hanno attraversato pacificamente per la terza domenica consecutiva la Capitale, con palloncini, fiori e le ormai immancabili vecchie bandiere nazionali bianche e rosse che nel 1995 Lukashenko sostituì con una versione priva di falce e martello del vessillo sovietico bielorusso. Secondo il ministero dell’Interno, oltre 150 persone sono state arrestate nel pomeriggio. “Per la pace e l’indipendenza” è stato il motto scelto per le manifestazioni odierne.
Alcuni manifestanti si sono radunati intorno alla residenza ufficiale di Lukashenko nel centro di Minsk, al Palazzo dell’Indipendenza, che era sorvegliato da un cordone di polizia antisommossa e forze speciali, dotati di cannoni ad acqua. Alcuni gridavano “Fuori! Stiamo venendo a prenderti per il tuo compleanno!”
Lukashenko ieri ha compiuto 66 anni, di cui ventisei li ha trascorsi governando la Bielorussia col pugno di ferro, calpestando regolarmente i diritti umani e reprimendo ogni forma di dissenso.
l’Unione Europea ha chiesta alla Russia di astenersi da un intervento in Bielorussia e rispettare i diritti democratici dei cittadini bielorussi. I ministri degli Esteri dell’Ue a Berlino hanno deciso sanzioni contro i funzionari di alto livello del paese, ritenuti responsabili della repressione dei manifestanti che accusano il regime di Lukashenko di aver pilotato le recenti elezioni presidenziali.