K metro 0 – Roma – Sulla fornitura dei dispositivi di protezione per i medici “ancora oggi emergono una disparità tra le regioni e una mentalità di centellinare sulla distribuzione dei materiali. Mi è stato raccontato di pacchi di guanti da 100 divisi e contati, uno ad uno, nella distribuzione a medici di famiglia, come se si
K metro 0 – Roma – Sulla fornitura dei dispositivi di protezione per i medici “ancora oggi emergono una disparità tra le regioni e una mentalità di centellinare sulla distribuzione dei materiali. Mi è stato raccontato di pacchi di guanti da 100 divisi e contati, uno ad uno, nella distribuzione a medici di famiglia, come se si temesse di eccedere. Sulla protezione, però, non si può scherzare. E noi vigileremo, pronti a denunciare alla magistratura di fronte a scarsità o mancanza di dispositivi. 176 medici morti sono un monito“. A dirlo all’Adnkronos Salute è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.
La sicurezza continua, “è un diritto. Non c’è amministratore che possa accampare qualsiasi tipo di scusa per giustificare una riduzione dei dispositivi. Questo paventa una lesione del diritto all’integrità psicofisica”, aggiunge Anelli.
Già con l’apertura delle scuole, ricorda il presidente dei medici italiani, “il rischio è che il virus torni a circolare di più. L’attività di sorveglianza che i medici devono avere in questa fase diventa assolutamente decisiva. E quindi i medici vanno attrezzati perché siano messi in condizioni di lavorare bene, con obiettivo zero mortalità. Se non viene fatto, non ci resta che denunciare alla magistratura. Il diritto alla sicurezza è insopprimibile. I nostri morti gridano vendetta”.