K metro 0 – Tokyo – In Giappone, a un mese dal lancio del programma Go To Travel, iniziato il 22 luglio, il segretario generale del governo Yoshihide Suga continua nonostante molte critiche ad esaltare il programma di sussidi dedicato all’industria del turismo, mentre la capitale registra per il terzo giorno consecutivo un aumento di
K metro 0 – Tokyo – In Giappone, a un mese dal lancio del programma Go To Travel, iniziato il 22 luglio, il segretario generale del governo Yoshihide Suga continua nonostante molte critiche ad esaltare il programma di sussidi dedicato all’industria del turismo, mentre la capitale registra per il terzo giorno consecutivo un aumento di numero di casi gravi.
Le critiche si sollevano contro il programma Go To Travel, accusando il governo di aver implementato il lancio del programma del turismo troppo presto. Il segretario generale si difende: “se non lo avessimo fatto, penso che (l’industria del turismo) sarebbe stata più devastata”, ha affermato Suga al programma televisivo Hodo Station. Il programma – Secondo Japan Times – ha suscitato critiche prima ancora che iniziasse, poiché il Paese, in particolare Tokyo, stava vivendo un picco di infezioni proprio nel periodo di lancio. Molte persone avevano espresso preoccupazione che la promozione del turismo durante l’emergenza avrebbe diffuso il coronavirus in modo più ampio in tutta la nazione. Ma Suga ha affermato nello show televisivo che solo 10 persone erano state infettate tramite il Go To Travel. I viaggi a Tokyo sono stati esclusi dalla campagna a causa del picco di contagi nella capitale, che ha privato una buona fetta di potenziali viaggiatori sull’ incentivo a lasciare la casa.
Intanto, nel mese di luglio, il Giappone ha accolto appena 3.800 turisti internazionali, registrando un calo del 99,9% per il quarto mese consecutivo, a causa della espansione della pandemia di coronavirus. Ad oggi, il Paese continua a mantenere rigide restrizioni che impediscono l’ingresso ai cittadini di 146 nazioni, se non per ragioni umanitarie conclamate, e il divieto riguarda anche i residenti stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno e abilitati ad un impiego.
I dati di luglio pubblicati venerdì, segnano il decimo mese consecutivo in calo: una crisi iniziata ad ottobre dello scorso anno, a seguito delle tensioni diplomatiche con la Corea del Sud. Il quasi azzeramento dei flussi turistici comprende gli spostamenti dei cittadini giapponesi all’estero, con una diminuzione del 98,8% a quota 20.300 nel mese di luglio, rispetto agli oltre 1,65 milioni del luglio 2019.
Nel Frattempo, le autorità sanitarie di Tokyo hanno confermato sabato, il bilancio di 256 infezioni da coronavirus, superando così la soglia di 200 infetti per il terzo giorno consecutivo e protocollando un aumento di numero di casi gravi. I casi confermati di oggi si basano principalmente su 4.817 test condotti mercoledì, riporta il Japan Times.
Intanto, ciò che allarma ora le autorità sanitarie è l’aumento del numero di pazienti gravemente ammalati. Il governo di Tokyo ha aumentato la capacità dei letti, oggi, il numero di pazienti COVID-19, che necessitano di un ventilatore o di un sistema di ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) era 37, sebbene la cifra fosse oscillata da 20 a 25 fino a domenica scorsa, riferiscono i media Giapponesi.