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Da Rimini un nuovo cattolicesimo in politica?

Da Rimini un nuovo cattolicesimo in politica?

K metro 0 – Roma – Più che il dotto (e senz’altro efficace) discorso è il destino della propria presenza in quel contesto a lasciare un segno e a tracciare una impronta per il futuro prossimo venturo. Questo a noi sembra l’apertura del quarantesimo Meeting dell’Amicizia tra i popoli affidata, ieri 18 agosto, a Mario

K metro 0 – Roma – Più che il dotto (e senz’altro efficace) discorso è il destino della propria presenza in quel contesto a lasciare un segno e a tracciare una impronta per il futuro prossimo venturo. Questo a noi sembra l’apertura del quarantesimo Meeting dell’Amicizia tra i popoli affidata, ieri 18 agosto, a Mario Draghi a Rimini (18/23 agosto 2020).

L’autorevolezza dimostrata in tanti incarichi e ruoli istituzionali lo rende un ex di prestigio, senza confonderlo con uno dei tanti dimenticati (e)x. Anzi, la comunità istituzionale italiana ed internazionale ne riconosce tuttora un ruolo di sostanziale guida. Come l’incisività avuta, di fatto, del suo articolo sul Financial Times del 25 marzo scorso. Destinato, fin da subito, a disegnare il quadro d’insieme delle politiche finanziarie cui le Istituzioni europee dovevano informare la necessaria azione di sostegno agli Stati, afflitti dalle conseguenze della pandemia da Sars Cov2. Come altrettanto forza, già dai primi commenti, appare assegnarsi ai contenuti dell’intervento di Rimini. Analisi precisa e dettagliata: giovani e futuro in pericolo, sussidi ed investimenti nella qualificazione professionale, debito pubblico buono (produttivo) e debito cattivo (improduttivo), credibilità nelle politiche economiche, ministero del tesoro UE ed altro ancora. E l’amplia platea sembra aver ascoltato con estrema attenzione, attesa la diffusa risonanza mediatica suscitata. Ancor più significativa per il futuro resta – tuttavia, come dicevamo – la sua presenza riminese. La prima dopo la conclusione del mandato da Governatore della Banca Centrale Europea. Mandato concluso, peraltro, anche con la assegnazione di una laurea honoris causa da parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Cui va aggiunto – ed è il caso – il ricordo anche della recente nomina nell’Accademia delle Scienze del Vaticano.

Un minimo comun denominatore – di impronta cattolica, quindi – sembra fuoriuscire per l’ex studente dei Gesuiti. Sarà un buon viatico per un nuovo percorso istituzionale per l’uomo delle Istituzioni, al quale non smettiamo di rendergli il merito di aver salvato la moneta europea (euro) nel 2012? O saranno le tre coincidenze – che formano la prova – di un’ipotetica ricostruzione di un’area politica moderata di cui già tanti anni fa parlavano i gesuiti, tra cui il noto padre Bartolomeo Sorge?  Evenienze, sia l’una che l’altra, cui molti avranno, probabilmente, riposto più di qualche episodica aspettativa per l’avvio di un nuovo cattolicesimo in politica.

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