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Russia: accuse ingiuste per i mercenari arrestati in Bielorussia

Russia: accuse ingiuste per i mercenari arrestati in Bielorussia

K metro 0 – Mosca – La Russia ha richiesto dei chiarimenti alla Bielorussia riguardo all’arresto avvenuto Minsk – capitale della Bielorussia – di un gruppo di presunti mercenari russi accusati di voler destabilizzare il paese in vista delle prossime elezioni presidenziali del 9 agosto e di aver pianificato atti di terrorismo. Gli arresti rischiano

K metro 0 – Mosca – La Russia ha richiesto dei chiarimenti alla Bielorussia riguardo all’arresto avvenuto Minsk – capitale della Bielorussia – di un gruppo di presunti mercenari russi accusati di voler destabilizzare il paese in vista delle prossime elezioni presidenziali del 9 agosto e di aver pianificato atti di terrorismo. Gli arresti rischiano ora di alterare le già tese relazioni tra i due paesi, storici alleati.

La Bielorussia e la Russia hanno infatti in essere accordi sul piano politico, economico e militare, ma Mosca ha recentemente tagliato alcuni dei sussidi: operazione argomentata dal fatto che la Bielorussia dovrebbe accettare una più stretta integrazione per ricevere risorse energetiche a costi vantaggiosi. Dal canto suo, la Bielorussia ha accusato il Cremlino di ospitare progetti segreti, al fine di privarla della sua indipendenza post-sovietica.

La cattura del gruppo di paramilitari russi, avviene a pochi giorni dalle elezioni, in cui il presidente bielorusso in carica dal 1994, Alexander Lukashenko, si candida per il suo sesto mandato. Lukashenko venne in passato accusato dai suoi avversari politici di pratiche anti-democratiche: molti di questi esponenti vennero arrestati per motivi politici, con l’accusa di essere pilotati direttamente Mosca.

L’ultimo caso di repressione riguarda un blogger dell’opposizione, Sergei Tikhanovsky: in custodia dallo scorso maggio con l’accusa di aver attaccato un agente di polizia. Sua moglie, Svetlana Tikhanovsky, la quale sfiderà Lukashenko alle prossime elezioni, ha respinto categoricamente le accuse contro suo marito, definendole “assolutamente illegali”. A tal proposito, oltre 20.000 sostenitori di Svetlana Tikhanovsky – come riporta l’Associated Press – si sono radunati in una manifestazione a Minsk, la più grande dall’inizio della campagna elettorale. I partecipanti hanno espresso tutto il loro malcontento, dato anche dalla sofferente situazione economica in cui è versato il paese a causa della pandemia in corso: “Siamo preoccupati per la mancanza di denaro per comprare cibo e medicine, non per alcuni nemici e trame”, ha affermato il pensionato Nikolai Ostapchuk, 72 anni.

Sul fronte russo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – secondo quanto riportato da Reuters – ha dichiarato che Mosca vuole un’immediata spiegazione dalla Bielorussia sul gruppo arrestato e auspica che i loro diritti siano stati pienamente rispettati. “Non abbiamo informazioni su alcuna attività illegale svolta da loro”, ha affermato Peskov.

Dmitry Mezentsev, ambasciatore della Russia in Bielorussia, ha affermato che gli uomini stavano transitando in Bielorussia, partendo da Istanbul e diretti verso un terzo paese. Essi – secondo quanto riporta Reuters e sulla base delle affermazioni di Mezentsev – non erano in alcuna maniera coinvolti con gli affari interni della Bielorussia: “Secondo informazioni che devono ancora essere confermate, i russi catturati potrebbero essere dipendenti di una società di sicurezza privata, la quale è stata incaricata di proteggere le infrastrutture e le risorse energetiche all’estero, ma certamente non in Bielorussia”, ha specificato in una nota Mezentsev.

L’ambasciatore russo sostiene infine che il gruppo era stato costretto a prolungare la sua breve sosta in Bielorussia perché aveva perso il volo originale verso un paese terzo, al momento non dichiarato. L’organizzazione privata Wagner, a cui farebbero capo i 33 russi arrestati, opererebbe ufficialmente per tutelare gli interessi economici russi in Ucraina, Siria e Libia.

Dal canto suo la Bielorussia, per conto del capo del consiglio di sicurezza Andrei Ravkov – che il 29 luglio aveva annunciato l’arresto dei 33 cittadini russi, presunti mercenari, incriminati con l’accusa di essere parte di un progetto per destabilizzare il paese – sostiene che ci sarebbero circa 200 membri dell’organizzazione militare segreta “Wagner” all’interno nel paese.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale bielorussa Belta, la compagnia Wagner – che venne fondata dall’ex agente dei servizi segreti militari russi (Gru) Dmitry Utkin e gestita dall’oligarca Yevgeny Prigozhin, conosciuto come “Lo chef di Putin” – avrebbe come obiettivo quello di indebolire la leadership di Lukashenko e di riportare conseguentemente il Paese sotto l’ala protettrice di Mosca.

Intanto, mentre in Bielorussia proseguono i preparativi per l’imminente elezione presidenziale che coinvolgerà 9.5 milioni di persone, l’opposizione sostiene che Lukashenko voglia strumentalizzare il “presunto complotto” per intensificare la repressione degli avversari politici.

Tutto ciò si inserisce inoltre in un contesto contraddistinto ancora dalla morsa pandemica del Coronavirus, nonostante le posizioni negazioniste del suo presidente: al momento, i dati registrano oltre 67mila casi di contagio e 543 morti ufficiali. “La cosa più sorprendente – ha dichiarato Lukashenko – è che oggi incontrate una persona che ha superato il coronavirus restando in piedi. Ieri i medici sono arrivati a questa conclusione. Senza sintomi”. Il padre della Bielorussia ha rilasciato queste dichiarazioni durante la visita – avvenuta nei giorni scorsi – di un reparto militare del ministero dell’Interno.

Criticato anche dalla Russia, per non avere adottato una politica adatta alla lotta dell’epidemia, Lukashenko ha sempre definito i timori sul coronavirus come “psicosi”, sostenendo che un lockdown avrebbe colpito duramente l’economia locale. La Bielorussia è stato infatti l’unico paese europeo, ad aver tenuto aperti i campionati di calcio, mentre il resto del continente era in pieno lockdown. A maggio, inoltre, si è svolta regolarmente la parata per celebrare il 75esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale: un evento che anche Mosca aveva eliminato dal proprio calendario per i potenziali rischi di contagio.

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Daniele Sireus
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