K metro 0 – Parigi – Sono iniziati oggi a Cadarache, nel sud della Francia, i lavori per l’assemblaggio del reattore a fusione nucleare Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor). Il progetto, che ha preso avvio nel 2006 e che coinvolge 35 paesi – tra cui Unione europea, Stati Uniti, Corea del Sud, India, Cina, Giappone
K metro 0 – Parigi – Sono iniziati oggi a Cadarache, nel sud della Francia, i lavori per l’assemblaggio del reattore a fusione nucleare Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor). Il progetto, che ha preso avvio nel 2006 e che coinvolge 35 paesi – tra cui Unione europea, Stati Uniti, Corea del Sud, India, Cina, Giappone e Russia – si completerà nel 2024, con l’impiego di oltre 2.300 persone.
“Costruire la macchina pezzo per pezzo sarà come assemblare un puzzle tridimensionale su una complessa sequenza temporale”, ha affermato Bernard Bigot, direttore generale dell’organizzazione ITER dal 2015, “Abbiamo una sceneggiatura complicata da seguire nei prossimi anni.” Il reattore sperimentale a fusione nucleare in Francia – come riportato da Reuters – dovrebbe raggiungere la massima potenza nel 2035 e fornire energia in un processo ispirato al sole.
Molti, nella cerimonia odierna di apertura dei cantieri a Cadarache, sono stati gli interventi e gli attestati di apprezzamento da parte del mondo politico e scientifico: “Con la fusione, il nucleare può essere una promessa del futuro”, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron in un videomessaggio, “garantendo un’energia non inquinante, a zero carbone, sicura e praticamente senza rifiuti. […] Iter è una promessa di pace e di progresso”. L’obiettivo è quello di trovare un’alternativa alle energie fossili attraverso la fusione dell’idrogeno che avviene naturalmente nel sole.
In una lettera di auguri, è intervenuto alla cerimonia anche il presidente cinese Xi Jinping, il quale ha evidenziato che “la scienza è senza confini, e l’innovazione è infinita. La cooperazione internazionale nella scienza e nella tecnologia riveste un grande significato per far fronte alle sfide odierne innanzi all’umanità. Il progetto per la realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale nutre il desiderio dell’umanità sull’uso pacifico dell’energia nucleare”. Anche il presidente sudcoreano Moon Jae-In ha tenuto a sottolineare, con un videomessaggio, che Iter rappresenta “il più grande progetto scientifico della storia dell’umanità”.
La strada per replicare l’energia prodotta dalle stelle è però ancora lunga: dal 1995 ha preso avvio il progetto relativo al prototipo del reattore a fusione nucleare DEMO (abbreviazione di DEMOnstration Power Plant), studiato consorzio europeo Eurofusion – che include 25 stati Ue, oltre a Svizzera e Regno Unito – come ideale discendente del reattore sperimentale ITER. A differenza di quest’ultimo, che ha l’obiettivo di dimostrare come poter ottenere del plasma in grado di sostenere una reazione di fusione nucleare per un tempo significativo, lo scopo principale del progetto DEMO è quello di attestare la realistica possibilità di generare energia elettrica tramite reazioni di fusione nucleare, entro il 2050.
Sul fronte italiano, un progetto si interpone tra Iter e DEMO: riguarda il Dtt (Divertor Tokamak Test) ideato dall’Enea (agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), la quale punta a creare un vero e proprio polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo, da ultimare entro 2025. Al progetto italiano collaborano anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), il Consorzio Rfx di Padova, il Create (Consorzio di ricerca per l’energia, l’automazione e le tecnologie dell’elettromagnetismo) e alcune tra le più importanti università e aziende del settore. Il Dtt italiano utilizzerà la stessa tecnologia italiana sviluppata per Iter, ma con l’ulteriore possibilità di eseguire test utilizzando nuove tecniche brevettate dalla stessa Enea: saranno collaudabili configurazioni magnetiche innovative e nuovi materiali, come i metalli liquidi.
Oltre all’Italia, nel mondo sono stati avviati molteplici progetti al fine di accompagnare la realizzazione del reattore DEMO prevista per il 2050: gli Stati Uniti stanno studiando un impianto intermedio chiamato Fusion Nuclear Science Facility (FNSF) da costruirsi intorno al 2030, con lo scopo sarà proprio quello di testare alcune componenti del reattore DEMO; la Cina prevede invece di costruire, nel decennio 2020, il China Fusion Engineering Test Reactor come passo intermedio prima del reattore DEMO; altri progetti riguardano, infine, la Russia, la Corea del Sud e il Giappone.
Intanto, sulla costruzione del reattore Iter – come riportato da Il Sole 24ore a fine gennaio – l’Italia gioca un ruolo economico-produttivo fondamentale e di peso: Fincantieri, insieme ad un lungo elenco di aziende italiane – tra le quali Ansaldo Energia a Vitrociset, Asg Superconductors e Walter Tosto – hanno già portato a casa oltre la metà dei 2,4 miliardi di euro messi a gara sul progetto.