K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – Dopo l’ok all’Mff 2021-27 e a Next Generation Eu, il punto di vista dei sovranisti o nazionalisti è “davvero marginale”, dato che i governi europei si sono dimostrati capaci di dare risposte “all’altezza” della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19. Lo dice il presidente del Parlamento Europeo David
K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – Dopo l’ok all’Mff 2021-27 e a Next Generation Eu, il punto di vista dei sovranisti o nazionalisti è “davvero marginale”, dato che i governi europei si sono dimostrati capaci di dare risposte “all’altezza” della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19. Lo dice il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, a margine di una conferenza stampa a Bruxelles. “Rispetto alle conclusioni del Consiglio Europeo, al processo che si sta avviando, alla necessità di migliorare alcuni strumenti come il bilancio nazionale – risponde Sassoli – mi sembra che il punto di vista nazionalista sia davvero marginale. Non mi sembra interessante per cercare di dare una risposta alle difficoltà dei cittadini, delle imprese, alla voglia di rafforzare il mercato europeo, che è la cosa più preziosa che abbiamo. Credo che la responsabilità dei governi in questo momento sia stata all’altezza di queste sfide”.
Secondo Sassoli “un’Europa più forte aiuta imprese e cittadini ad essere più forti. E in fondo”, con il piano anticrisi costituito dall’Mff 2021-27 e dal Recovery Plan “stiamo creando un’assicurazione sulla vita per i nostri Paesi”. “Già questo primo anno di legislatura europea – continua Sassoli – ha dato a tutti i cittadini la sensazione che senza un’Europa forte tutti sono più esposti, non solo ai venti della crisi, ma anche alle intemperie che arrivano dal mondo globale. C’è una lezione della Covid: cos’è che ti dice? Che tutti siamo esposti e dunque dobbiamo rafforzarci. Si può rafforzare un Paese contro un altro? Sarebbe inutile”. “Dobbiamo rafforzarci tutti insieme – prosegue assoli – e credo che le istituzioni europee stiano facendo questo sforzo. Nel mese di marzo, quando è iniziata la Covid-19, i bond erano un tabù. La risposta comune era un tabù. Il debito comune, era addirittura inutile parlarne. Noi ci abbiamo creduto: insieme agli altri, ai gruppi politici, alle altre istituzioni. Oggi non sono più un tabù, sono la normalità”, conclude.
Per il Recovery Plan “non andava abbassata la soglia dei 750 mld”. Il fatto che sia stata preservata è “un risultato molto importante”, dice ancora Sassoli, sottolineando che per la governance di Next Generation Eu “ci sono delle prerogative che rispettiamo, cui vogliamo essere associati, per rafforzare lo spirito comunitario nella risposta all’emergenza” determinata dalla pandemia di Covid-19. La risoluzione del Parlamento Europeo sul Recovery Plan “del mese di maggio ha fatto la differenza” per il negoziato sul piano. A Bruxelles “questo lo riconoscono tutti”. Per il Parlamento Europeo “è importante” che ci sia un “calendario preciso per avere almeno due nuove risorse proprie nel 2021”. Si tratta, oltre che della tassa sui rifiuti costituiti da imballaggi in plastica non riciclata, della riforma “dell’Ets”, l’Emission Trading System, il sistema europeo per lo scambio di quote di emissioni climalteranti, che dovrebbe essere allargato al settore marittimo e a quello dell’aviazione, entrambi attualmente esclusi dall’Ets.
Sull’Mff 2021-2027, il quadro finanziario pluriennale dell’Ue, “noi vogliamo che si apra un negoziato con il Parlamento Europeo. Vogliamo entrare nel merito di alcuni tagli, che devono essere corretti. Vogliamo migliorare la proposta – continua – concentrandoci sul dare risposte a dei tagli che sono ingiustificabili. Se vogliamo scommettere sui giovani, non possiamo tagliare sulla ricerca e sull’Erasmus. Se c’è la necessità di gestire le migrazioni e asilo non possiamo tagliare fondi per l’asilo”.
Il Parlamento Europeo, ricorda infine Sassoli, ha “l’ultima parola” sul quadro finanziario pluriennale dell’Ue. Dal lato delle entrate, alcuni Paesi potranno beneficiare di un aumento degli sconti rispetto alla quota di contribuzione al bilancio comunitario di cui già potevano avvalersi nell’attuale quadro finanziario pluriennale – i cosiddetti ‘rebates’ – un elemento che noi abbiamo sempre dichiarato anacronistico, che ci è servito anche per contrastare ulteriori pretese ed esercitare un potere negoziale, su cui ogni nostra parziale flessibilità è stata comunque condizionata dall’esigenza prioritaria di garantire l’esito positivo del negoziato su Next Generation EU”.