K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – “La richiesta italiana di aiuto urgente fu ignorata mentre il coronavirus si diffondeva in Europa”. E’ il titolo di un’inchiesta condotta dal Guardian, che racconta “il susseguirsi di fallimenti” per cui, mentre l’Italia “affrontava il disastro, alle sue richieste di aiuti alla Ue rispondevano con un silenzio scioccante”.
K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – “La richiesta italiana di aiuto urgente fu ignorata mentre il coronavirus si diffondeva in Europa”. E’ il titolo di un’inchiesta condotta dal Guardian, che racconta “il susseguirsi di fallimenti” per cui, mentre l’Italia “affrontava il disastro, alle sue richieste di aiuti alla Ue rispondevano con un silenzio scioccante”.
“Nessuno Stato membro ha risposto alla richiesta di aiuto dell’Italia e della Commissione – ha ammesso, citato dal quotidiano britannico, il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic – Questo significa che non solo l’Italia non era preparata…Nessuno era preparato…La mancanza di risposta alla richiesta italiana era non tanto una mancanza di solidarietà, ma una mancanza di equipaggiamento”.
L’Italia non era presente alla riunione, via Conference call, del 17 gennaio della Commissione sicurezza della salute Ue dedicata alla nuova emergenza covid in Cina e alle misure da adottare negli aeroporti – la Commissione è un organismo nato per fare fronte alle emergenze in occasione del rischio di epidemia di febbre suina nel 2009 a cui prendono parte rappresentanti dei ministeri della sanità dei Paesi. Anche altri 14 Paesi europei non lo erano. Londra e Parigi si sono scambiate informazioni sulle misure che avrebbero adottato negli aeroporti, ma non c’è stato alcun aggiornamento da parte del governo italiano.
“Il rappresentante italiano non si era accorto della mail che lo invitava all’incontro”, scrive il Guardian. In ogni caso, i Paesi non hanno trovato un accordo su una linea comune da adottare e nelle settimane successive in pochi hanno informato la commissione sulle misure che introducevano, unilateralmente, ai confini.
I Paesi non avevano abbastanza mascherine, molte delle quali erano scadute e sono state distrutte, e ventilatori. La Commissione Ue non è riuscita a fare un inventario delle capacità nazionali. Alcuni Paesi non avevano una idea chiara sulle proprie scorte.
E una volta che l’epidemia è arrivata in Europa, i diversi Paesi hanno preso misure protezioniste per assicurare il rifornimento nazionale, senza un coordinamento europeo. Carichi di mascherine in arrivo in porti in Germania e Francia e destinati ad altri Paesi Ue “sono stati semplicemente rubati”, spiega una fonte del quotidiano britannico.
Il processo di approvvigionamento comune di mascherine e ventilatori è partito in ritardo e i Paesi hanno nel frattempo deciso di andare avanti da soli, contattando direttamente le compagnie cinesi produttrici, creando ulteriori difficoltà al mercato.
Nella proposta della Commissione per il prossimo bilancio dell’Ue, i fondi per la sanità, che dovranno servire anche all’approvvigionamento di dispositivi sanitari, passa da 400 milioni a nove miliardi di euro. “La logica è quella di dare alla Commissione gli strumenti per sostenere di più i Paesi membri. Perché quando l’Italia ha chiesto aiuto, nessuno poteva darle aiuto. E anche noi non potevamo farlo”, ha spiegato Lenarcic.