K metro 0 – Istanbul – Hagia Sophia a Istanbul tornerà ad essere una moschea. Come anticipato, il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 1934 che aveva trasformato uno dei monumenti simbolo di Istanbul – fino al 1453 basilica sconsacrata e poi moschea – in un museo. Il portavoce del presidente turco Ibrahim Kalin
K metro 0 – Istanbul – Hagia Sophia a Istanbul tornerà ad essere una moschea. Come anticipato, il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 1934 che aveva trasformato uno dei monumenti simbolo di Istanbul – fino al 1453 basilica sconsacrata e poi moschea – in un museo. Il portavoce del presidente turco Ibrahim Kalin ha sostenuto che la riapertura al culto di Santa Sofia “non danneggia il suo status di patrimonio mondiale”. Al contrario, “ancora più persone potranno visitarla”.
L’istanza sulla quale si è espresso il Consiglio di Stato è stata presentata da una piccola associazione poco nota, guidata dal 75enne Ismail Kandemir, che da 26 anni si batte per trasformare Santa Sofia in una moschea. In una sua recente intervista a Kanal7 ha dichiarato di aver “dedicato la sua vita” a questo. Kandemir ha chiesto l’annullamento del decreto di Ataturk, fondatore della Turchia moderna, che cambiò lo status del monumento in museo.
La questione ha polarizzato negli ultimi mesi il dibattito nella società turca, con una parte che considera lo status di Santa Sofia emblematico del carattere secolare della costituzione, mentre i conservatori, guidati da presidente Recep Tayyip Erdogan, da tempo chiedono che l’ex basilica torni ad essere una moschea e la sentenza del Consiglio di Stato, il più alto tribunale amministrativo in Turchia, apre la strada alla sua conversione. La decisione era molto attesa e fa seguito a una petizione popolare e alle richieste del presidente Recep Tayyip Erdogan, che per due volte nell’ultimo anno aveva dichiarato di essere favorevole alla conversione.
Poco prima del verdetto, l’Unesco aveva espresso “preoccupazione” per eventuali cambiamenti nello status di Santa Sofia. “Chiediamo alle autorità turche di impegnarsi nel dialogo prima di prendere qualsiasi decisione che potrebbe avere ripercussioni sul valore universale del sito”, ha affermato in una nota. “Qualsiasi modifica” relativa a un sito Patrimonio mondiale dell’umanità “richiede una notifica all’Unesco da parte dello Stato coinvolto e poi, se necessario, un esame del Comitato del Patrimonio mondiale”, ha ricordato l’Unesco.
“Santa Sofia è un simbolo di dialogo interreligioso e interculturale, un museo patrimonio mondiale dell’Unesco”, – aveva scritto in una nota la Commissione europea – , “Santa Sofia, nella sua forma attuale, è un monumento veramente globale. Il mantenimento del suo status attuale, riconosciuto a livello pubblico e internazionale, sottolinea la tolleranza e l’apertura del Paese, precisa l’esecutivo comunitario, ricordando che la Turchia ha sviluppato una consolidata tradizione di conservazione culturale e di apertura intellettuale e culturale per la quale merita credito.”