K metro 0 – Dublino – La Polizia irlandese – meglio nota come Garda – ha dichiarato di aver individuato 26 pub – che erano stati autorizzati alla riapertura – non conformi al The Health Act 1947-Regolamento 2020, un insieme di norme sanitarie e leggi sulle licenze in ottemperanza delle misure anti COVID19. Il primo
K metro 0 – Dublino – La Polizia irlandese – meglio nota come Garda – ha dichiarato di aver individuato 26 pub – che erano stati autorizzati alla riapertura – non conformi al The Health Act 1947-Regolamento 2020, un insieme di norme sanitarie e leggi sulle licenze in ottemperanza delle misure anti COVID19.
Il primo blitz è avvenuto venerdì scorso, per un periodo di circa quattro ore, in cui la Garda ha effettuato controlli su ben 6.830 pub in tutto il paese. Dei circa 2.785 locali riaperti lo scorso finesettimana – dopo il lockdown imposto a marzo e in linea con le linee guida fornite dal governo – circa l’1% è risultato aver violato pesantemente le regole imposte: mancanza di aderenza ai consigli sulla salute pubblica, come consentire la presenza di grandi gruppi a un tavolo; una distanza sociale minima o nulla; nessuna segnaletica informativa per i clienti e nessuna informazione di tracciamento dei contatti COVID-19 registrata.
Il primo ministro irlandese Micheál Martin – secondo quanto riportato da Reuters – ha avvertito che il governo potrebbe posticipare la riapertura completa dei pub al 20 luglio, dopo le immagini “molto preoccupanti di folle di bevitori affollati fuori da alcuni bar durante il fine settimana”.
“Rimaniamo preoccupati del fatto che una minoranza stia operando potenzialmente in violazione delle norme”, ha affermato in una nota il vice commissario per la polizia e la sicurezza, John Twomey “Stiamo inviando il chiaro messaggio ai locali, che ci opporremo alle loro domande di rinnovo della licenza di liquori a settembre, a meno che non siano conformi.”
In aggiunta, la Garda ha verificato che – all’interno dei 26 locali che ora rischiano la licenza – i clienti consumavano alcolici senza prove del consumo di alimenti e senza prove delle entrate per dimostrare che i prodotti alimentari erano stati venduti.